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Data: 30/09/2002 - Ora: 11:44
Categoria:
Economia
In proposito il prosindaco di Venezia Gianfranco Bettin in una dichiarazione diffusa a Bari, nella quale fa riferimento anche alla vicenda dello stabilimento di Porto Marghera, invita i difensori di Enichem e Montedison a non cantare vittoria.
Secondo quanto riferisce Bettin, i pm Giuseppe De Nozza e Paolo Bargero nel procedimento relativo al Petrolchimico di Brindisi si accingerebbero a chiedere l’ archiviazione per 55 indagati perché ’alcuni dei reati inizialmente ipotizzati si sono prescritti e di altri non è stata raggiunta la prova. Fra i 55 indagati - ricorda il prosindaco di Venezia - c’ erano i vertici di Montedison ed Enichem, da Eugenio Cefis ad Alberto Grandi, da Lorenzo Necci a Giorgio Porta, oltre allo scomparso Mario Schimberni. La Procura aveva ipotizzato inizialmente i reati di strage, di disastro, di rimozione od omissione dolosa di cautele. Per tutti questi reati - riferisce Bettin - i pm chiederanno l’ archiviaizone.
Per altri 18 indagati, sempre secondo le stesse indiscrezioni, dovrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio sulla base degli art. 110 e 437 comma 1. del codice penale perchè ’omettevano di collocare all’ interno degli impianti di produzione del cvm (cloruro di vinile) e del pvc (policloruro di vinile), nello stabilimento petrolchimico di Brindisi, apparecchi idonei a prevenire disastri o infortuni sul lavorò.
«Apparentemente - sostiene Bettin - la decisione dei pm di Brindisi sembra segnare una ulteriore vittoria per le difese di Enichem e Montedison dopo l’assoluzione del 2 novembre 2001 nel processo di Mestre. Se questo è vero per la parte relativa alle ipotesi di strage e disastro, di sicuro la richiesta di rinvio a giudizio per gli altri 18 indagati sulla base dell’art.437 del codice penale dimostra che, anche nel caso del processo di Mestre, era possibile seguire un’altra strada che non fosse quella dell’assoluzione piena per tutti gli imputati. A meno che Montedison non abbia applicato solo a Brindisi quelle condotte omissive per cui i pm chiedono il giudizio in aula».
«In ogni caso - avverte Bettin - si vedrà quel che decide alla fine il Tribunale di Brindisi. Quel che stupisce è l’inno di vittoria delle difese Montedison ed Enichem che, proprio mentre si preparano i motivi di appello contro la sentenza di Mestre, non perdono l’occasione di far rilevare come i pm di Brindisi abbiano deciso in modo diverso dal pm di Venezia».
«Un cantar vittoria - sostiene - che suona stonato visto che, comunque, di morti stiamo parlando. E di morti di centinaia di operai che hanno lavorato in Montedison ed Enichem, a Brindisi e Porto Marghera, anche se i tribunali non sono ancora riusciti a trovare i responsabili di quelle morti».
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