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Data: 06/06/2008 - Ora: 09:23
Categoria:
Politica
Mercoledì 11 giugno il Ministro dell’Agricoltura Zaia ha inoltre convocato le OO.SS. e le Associazioni di settore.
I pescatori italiani incrociano le braccia e il pesce sparisce dai mercati ittici. I pescherecci di Barletta, Manfredonia, Gallipoli rimangono in porto da giorni. Tutta colpa dell'aumento vertiginoso del gasolio che ha messo in evidenza la grave crisi nella quale si trova il settore della pesca in Italia e in Europa. Già nel 2006 un'imbarcazione da pesca ha utilizzato in media il 51% dei propri costi totali sostenuti per l'acquisto di carburante. Oggi naturalmente la situazione è peggiorata. Inoltre, a valle della cattura, i meccanismi di commercializzazione e distribuzione del pescato non consentono di recuperare sul prezzo del pesce (lasciandolo invariato per i consumatori ed erodendo quote al commercio) quegli aumenti del gasolio che i pescatori subiscono.
I costi legati alla commercializzazione aumentano di oltre il 10% negli ultimi anni. La causa è sostanzialmente riconducibile ai prezzi imposti dal commercio e soprattutto dalla Grande Distribuzione Organizzata che detta le condizioni di vendita. Nella crisi totale chi paga di più questa situazione è senza dubbio il lavoratore che risente sia del fatto che una consistente quota di prodotto viene venduta a nero, sia delle immediate ricadute del caro gasolio in busta paga, vista la retribuzione "alla parte". In questo quadro c'è l'urgente necessità che il governo si impegni con risolutezza ad intervenire rapidamente per scongiurare il collasso del settore. Nell'immediato c'è la necessità di dare una boccata d'ossigeno. Bisogna considerare la possibilità di attivare subito un fermo tecnico straordinario retribuito per armatori e lavoratori con i meccanismi dell'arresto temporaneo previsto dal FEP, senza però intaccare le risorse previste per i fermi dei prossimi anni. Se fosse necessario si potrebbe anche innalzare il tetto del 6% previsto dal FEP per le quote da destinare agli arresti temporanei, rinegoziando una parte delle risorse già destinate alle Regioni.
Inoltre, va prevista subito, per decreto, l'estensione al settore della pesca della Cassa Integrazione in Deroga così come prevista incredibilmente solo per l'agricoltura. Ma in prospettiva il governo deve sostenere e stimolare la ricerca e la tecnologia applicata alle imbarcazioni da pesca affinché si possa uscire dalla dipendenza esclusiva dal gasolio come unico carburante, cominciando a sperimentare motori a più basso consumo, scafi che abbiano un attrito ridotto e, soprattutto, forme di energia e carburanti alternativi. Le marinerie in Italia sono ormai quasi tutte ferme e quanto accaduto ieri a Bruxelles dimostra che la tensione è altissima e le risposte devono essere rapide e serie. Mercoledì 11 giugno il Ministro dell'Agricoltura Zaia ha inoltre convocato le OO.SS. e le Associazioni di settore.
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