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Pedofilia, confermato arresto imprenditore Salento

Data: 09/01/2003 - Ora: 09:51
Categoria: Cronaca

Continua a "vomitare" novità Carpe Diem, l’operazione antipedofilia del Compartimento di Bari della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Novità che, per motivi diversi, riguarderebbero M.L. , imprenditore operante nel Salento, e G.C., un sacerdote cattolico impegnato in Lombardia. Entrambi (ma assieme a loro sono state "pizzicate" altre cinque persone) sono agli arresti domiciliari su provvedimento del giudice per le indagini preliminari del capoluogo dr.ssa Maria Mitola, su richiesta del sostituto Procuratore della Repubblica Desirè Digeronimo, perché accusati d’aver diffuso materiale pedopornografico attraverso Internet.

Quanto al «salentino», pare che, prima che gli fosse notificato questo provvedimento, avrebbe tentato di collaborare con gli agenti che si occupano del «lato oscuro della Rete». Addirittura, pare che avesse più volte segnalato siti che pubblicavano immagini di bambini brutalizzati. Inoltre, gli investigatori non escludono che il materiale che gli è stato sequestrato possa riservare altre sorprese. Tra i 142 Dvd, i 250 Cd e i numerosi floppy disk, potrebbero esserci film duplicati, software e giochi, anche per Playstation, illecitamente riprodotti. Ove confermata la notizia, M.L. potrebbe essere accusato d’aver violato la severa legge che tutela i diritti d’autore. Per la Procura di Lecce da Bari è partita una rogatoria: la base operativa di M.L. sarebbe Trepuzzi e l’uono verrà interrogato dal giudice entro lunedì prossimo. Quanto al sacerdote, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, ha inviato una lettera alla Curia arcivescovile di Milano nella quale si comunica di aver eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del parroco della provincia di Milano G.C., di 37 anni. Anche al prete il Pubblico ministero, Desirè Digeronimo, contesta il reato di divulgazione di materiale pedopornografico via Internet. Questa lettera segue di un paio di giorni la secca smentita della stessa Diocesi che comunicò: «Il sacerdote coinvolto non risulta essere prete della Diocesi milanese, non è parroco di Milano e non ricopre alcun incarico istituzionale in Diocesi». Pare, invece, che l’uomo abbia operato anche in un campo scuola per ragazzini.

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