Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.
Data: 01/03/2002 - Ora: 07:45
Categoria:
Politica
I cardini delle nuova normativa sono il collegamento tra il contratto di lavoro dell'immigrato e il permesso di soggiorno, una maggiore severità per le espulsioni e per le richieste di asilo politico, l'impiego delle navi da guerra per contrastare l'arrivo in Italia dei clandestini e, grazie a un emendamento dell'ultima ora presentato dal governo, la possibilità di regolarizzare una sola collaboratrice domestica extracomunitaria per famiglia italiana.
L'emendamento, come ha detto Fini ai giornalisti alcuni giorni fa, "regolarizza gli immigrati che già prestano servizi sociali dentro la famiglia italiana e non più di una unità per famiglia". Questa limitazione si riferisce al personale che svolge i lavori di casa. Per coloro che prestano assistenza a disabili, malati e anziani, non ci sono invece limitazioni di numero. Si tratta di "colf" e di stranieri che prestano assistenza ad anziani e disabili, per i quali l'italiano che li impiega dovrà fare una "dichiarazione di emersione" in Prefettura. Oltre al capitolo relativo alle collaboratrici familiari, ecco che cosa prevede la nuova disciplina.
Politiche migratorie. Le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio italiano saranno definite entro il 30 novembre dell'anno precedente con un decreto del presidente del Consiglio.
Ingresso. La negazione del visto di ingresso non deve essere più motivato, salvo alcune eccezioni. La presentazione di false attestazioni o documentazione falsa comporta l'inammissibilità della domanda oltre responsabilità penali. Il ministero dell'Interno fissa annualmente il numero degli immigrati extracomunitari ammessi a prestare la loro opera nel nostro paese. Potranno entrare soltanto i lavoratori che saranno stati "richiesti" da un imprenditore oppure da una famiglia. Questo è il meccanismo: viene istituito uno sportello unico per l'immigrazione in ogni Prefettura. In via telematica sarà collegato alle ambasciate e ai consolati all'estero. Qui i cittadini stranieri che vogliono venire a lavorare nel nostro paese presenteranno le domande d'ingresso compilando delle schede contenenti tutte le indicazioni utili anche rispetto alla qualifica. Gli imprenditori italiani o le famiglie che hanno bisogno di manodopera straniera si rivolgono allo sportello unico dove possono fare una chiamata nominativa se già conoscono il cittadino straniero che vogliono far lavorare.
In alternativa c'è la chiamata collettiva: un datore di lavoro può chiedere un certo numero di operai o di addetti specificandone la qualifica. La richiesta viene inoltrata alle ambasciate e ai consolati e "incrociata" con le domande di lavoro in Italia. Il datore di lavoro deve garantire, oltre allo stipendio, anche vitto e alloggio per il suo dipendente. Ma se ci sono cittadini italiani disposti a svolgere quel lavoro non si ricorre agli extracomunitari.
Permesso di soggiorno. Il permesso di soggiorno per motivi di lavoro è rilasciato a seguito della stipula del contratto di soggiorno per lavoro. L'ambasciata o il consolato che rilascia il visto di ingresso, dovrà dare comunicazione al ministero dell'Interno e all'Inps. La durata del permesso per il lavoro stagionale non può superare i nove mesi; per il lavoro a tempo determinato un anno; per il lavoro a tempo indeterminato due anni.
Con la legge Turco-Napolitano il limite temporale era sempre di 2 anni, tranne che per i lavori stagionali. Per i lavoratori autonomi resta il limite dei 2 anni. Per quelli stagionali dopo 2 anni può essere rilasciato un permesso pluriennale fino a 3 anni con visto annuale.
Rinnovo del visto. Va richiesto almeno 90 giorni prima della scadenza per chi ha contratto di lavoro a tempo indeterminato; 60 giorni per il tempo determinato; 30 giorni per tutti gli altri casi. La Turco-Napolitano prevedeva prevedeva il limite di 30 giorni per tutti. Chi falsifica o altera un permesso di soggiorno, o i relativi documenti per il rilascio, è punito con la reclusione da uno a sei anni, pena che può arrivare a dieci anni per le querele di falso.
Le colf. No alla sanatoria, ma viene ammessa comunque la "regolarizzazione" di un numero illimitato di colf. Ciascuna famiglia potrà però denunciarne solo una, purché sia entrata in "servizio" non oltre il 10 gennaio 2002. Dovranno essere pagati dalla sola famiglia tre mesi di contributi pregressi. La domanda dovrà essere presentata entro due mesi dall'entrata in vigore della legge. Nelle famiglie nelle quali c'è un portatore di handicap potrà essere assunto e regolarizzato un "badante" oltre alla colf che si occuperà delle cure domestiche. Per contrastare le false dichiarazioni è prevista una pena da 3 a 9 mesi. Le famiglie "abbandonate" improvvisamente dalla colf regolarizzata dovranno denunciare l'accaduto alla polizia.
Extracomunitari senza permesso di soggiorno. Un giro di vite è previsto per i clandestini e per gli extracomunitari che non svolgano un regolare lavoro nel nostro paese o, peggio, che non abbiamo neppure una identità certa. La riforma prevede l'immediata espulsione fatta dalla polizia grazie anche a una serie di accordi bilaterali con i paesi dai quali ha origine il flusso migratorio.
Data: 10/01/2023
La Via Appia Regina Varium, candidata a Patrimonio Unesco
Data: 19/12/2022
Nuovo treno regionale Lecce-Bari in un'ora e ventitre minuti
Data: 24/11/2016
Referendum Costituzionale: Le ragioni per una scelta
Data: 25/11/2025
Regionali 2025 Puglia, il nuovo governatore è Antonio Decaro
Data: 25/09/2025
Blasi contrario al consigliere supplente
di Maria Nocera
Sede amministrativa:
Via 95° Rgt. Fanteria, 70
73100 Lecce
Tel. 0832 34 40 41
Fax 0832 34 02 28
info@sudnews.tv
Editore: ClioCom
Testata giornalistica
Reg. Tribunale di Lecce
31 Agosto 1995 n. 617
ClioCom © 2025
Clio S.r.l. Lecce
Tutti i diritti riservati