Ottomila uomini della Nato aiuteranno i profughi del Kosovo in Albania. È questa la forza che si sta per mettere in campo nell'operazione "Allied Harbour" (rifugio alleato) che dovrà gestire la situazione sempre più caotica dei soccorsi. I rifugiati sono in totale 621 mila, la metà dei quali in Albania. L'odissea di chi è dentro il Kosovo. La situazione nella provincia serba è quella che allarma maggiormente la Nato: si calcola che una massa di 260 mila persone vaghi nel territorio, senza sapere dove andare. I serbi hanno chiuso le frontiere, dislocando vicino ai confini cannoni, mortai e mitragliatrici antiaeree. E Belgrado annuncia: "Abbiamo riportato l'ordine a Pristina". La guerra dell'informazione. La Nato minaccia la tv serba: "Dateci sei ore al giorno d'informazione presa dai canali occidentali per riferire sugli orrori del Kosovo". In caso di risposta negativa, le installazioni della tv serba, "strumento di propaganda e di repressione", potranno essere bombardate. Sarcastica la risposta di Belgrado: "Siamo d'accordo, ma in cambio delle sei ore, dovete concederci 6 minuti nelle vostre tv. A noi bastano". D'Alema e Dini. Il presidente del Consiglio rassicura Clinton, confermando "la determinazione" nel dare "un chiaro messaggio al governo di Belgrado affinché si fermi definitivamente ogni azione di repressione". Ma il ministro degli Esteri, Dini, chiede una soluzione negoziata. "Non vorremmo vedere i bombardamenti ancora per molto". (MN)