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Data: 14/06/2002 - Ora: 11:25
Categoria:
Economia
Inoltre si parlerà della situazione attuale, degli interessi in gioco e di alcune nuove proposte.
Gli ultimi anni si sono caratterizzati per una diminuzione sensibile delle disponibilità idriche
nelle aree del Mezzogiorno d'Italia i cui effetti, di vero e proprio stress idrico, si sono resi
immediatamente manifesti nelle difficoltà avvertite nel settore agricolo con la nomina in Puglia di un Commissario per l'emergenza idrica (nella figura del Presidente della Regione).
In teoria l'acqua non dovrebbe mancare in nessuna parte del nostro Paese ma, in realtà, la nostra
Regione si trova a disporre di ridottissime disponibilità idriche, a causa della variabile
disponibilità stagionale collegata agli effetti dei mutamenti climatici (l'alternarsi di precipitazioni
intense con i lunghi periodi di siccità), al pessimo stato della rete di distribuzione (con perdite che in
media raggiungono il 50%) e alla cattiva distribuzione della risorsa tra vari usi (agricoli, industriali, potabili). Ad aggravare la situazione vi è quel diffuso sistema parallelo che prevede il ricorso a forme private di prelievo (i pozzi non autorizzati) che determina gravi problemi in termini di abbassamento delle falde e di fenomeni di ingressione salina.
A questo punto occorre ridurre la domanda rispetto alle disponibilità d'acqua, incrementando l'efficienza negli usi e ricorrendo a strumenti di incentivazione tariffaria e, inoltre, introducendo una nuova cultura della pianificazione che sappia gestire oculatamente una risorsa scarsa e irregolare. In particolare, sono necessari degli interventi sulla rete acquedottistica pugliese per ridurre le perdite, introdurre pratiche irrigue più efficienti (meno idroesigenti), favorire le colture agricole di qualità in linea con le recenti politiche agricole Comunitarie e ricorrere a forme alternative come l'uso delle acque reflue depurate che potrebbero coprire fino al 29% dei quantitativi necessari per l'irrigazione (dati Irsa).
In questo contesto, la Puglia deve finalmente avviare una attenta programmazione e pianificazione del settore, basata sulla minimizzazione degli impatti ambientali e radicata in azioni di recupero, riuso e continuo risparmio idrico. Inoltre, devono attivarsi tutti gli organi di bacino e le autorità d'ambito, favorendo in modo deciso la partecipazione degli utenti e di tutti gli operatori del territorio al processo di formazione delle decisioni. Una politica sostenibile della risorsa acqua non è assolutamente conciliabile con quella idea di sviluppo portata avanti dalla Regione e fondata sulla realizzazione di campi da golf (se ne prevedono ben 29) e su una continua cementificazione del territorio.
All'incontro parteciperanno il professor Di Santo, del Politecnico di Bari, Salvatore Valletta (Sigea Puglia), Massimo Blonda (Sinistra Ecologista), Maurizio Gabbiotti, della segreteria nazionale di Legambiente, Piera Fagella responsabile dell'Associazione medici per l'ambiente e Massimiliano Schiralli presidente regionale di Legambiente.
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