Duecentomila posti di lavoro in più sono stati assicurati dai lavori socialmente utili, dalle borse lavoro, dai lavori di pubblica utilità, dagli ex articolisti siciliani e delle cooperative tra ex carcerati, con una percentuale di realizzazione dei progetti iniziali dell'85-90 per cento. A fare il punto della situazione alla Commissione Lavoro della Camera è stato il sottosegretario Antonio Pizzinato. L'ex segretario generale della Cgil ha tenuto a mettere in risalto gli ottimi risultati ottenuti con le borse lavoro, che hanno impegnato complessivamente 52.545 giovani, pari all'80 per cento degli avviabili al lavoro con questo strumento. Di questi il 65 per cento, laureato o diplomato, è stato assorbito prevalentemente da piccole imprese con meno di quindici dipendenti. (FM)

''Viene sfatata cosi'- ha detto Pizzinato - l'affermazione che i giovani disoccupati italiani siano incolti e che non si adattino a lavorare anche nell'artigianato''. I lavori socialmente utili e la trasformazione dei lavori di pubblica utilita' costituiscono, a giudizio di Pizzinato, ''la grande sfida per fuoriuscire dall'assistenzialismo, creare occupazione vera, con lavori veri e imprese vere (societa' miste, imprese sociali, cooperative), con i lavori socialmente utili quali strumento di politica attiva del lavoro''. Questo processo, secondo Pizzinato, e' iniziato gia' con le misure che il Governo assumera' a partire dalla finanziaria 1999. Il ''collegato'' alla finanziaria '99 prevede: il blocco di nuovi progetti nelle regioni che hanno ridotto gli addetti per oltre il 30%; di elevare a 850 mila lire mensili il sussidio dal 1 gennaio 1999; una riserva del 30% nelle nuove assunzioni; la possibilita' che progetti di LSU siano approvati anche per le cooperative sociali e le ONLUS; l'aumento da 5 a 10 milioni pro capite del finanziamento previsto per l'acquisto di attrezzature per piani di impresa; la delega a modificare il decreto 468/97 alla luce delle nuove politiche dell'impiego. (FM)