"Abdullah Ocalan non ha alcuna possibilità di ottenere l'asilo politico in Italia" fa sapere da Parigi Lamberto Dini. E' la riscossa del ministro degli esteri, irritato da subito per la questione Ocalan, e impegnato ormai da settimane in colloqui e mediazioni internazionali per consentire all'Italia di uscire dalla vicenda Ocalan o almeno di condividerla con altri partners. "Il caso Ocalan potrebbe risolversi con un processo davanti ad un tribunale internazionale o con l'espulsione, il 22 dicembre" ha proseguito il ministro. Dini ha citato la Convezione di Ginevra, che stabilisce che l'asilo politico può essere concesso "quando esistano ragioni serie per pensare che il richiedente abbia compiuto reati di diritto comune". (MN)

"L'Italia sta cercando una formula per la costituzione di un tribunale internazionale per giudicare Ocalan in un paese europeo, compresa l'Italia" ha spiegato Dini. Esperti di diritto italiani e tedeschi stanno cercando di organizzare un tribunale per giudicare il leader curdo sulla base di due convenzioni del Consiglio d'Europa. Il legale di Ocalan: "Sì al processo in un Paese terzo" Nel corso di un'intervista Luigi Saraceni, il legale di Ocalan da il via libera ad un processo in un Paese terzo. ''Il processo si deve tenere in un paese dove regni la serenita' e l'imparzialita'. Ocalan sostiene la strada del processo fin dal 12 novembre''. E' quanto ha detto, intervistato da Italia Radio, l'avvocato di Ocalan, Luigi Saraceni, che ha aggiunto: ''Il problema pero' e' quello di trovare una soluzione politica a breve termine dei curdi del mondo. Sì all'asilo politico, no all'espulsione. Ma l'accoglimento dell'asilo politico da parte del nostro governo non puo' essere sostitutivo ad un processo che Ocalan vuole in tempi brevi''.