Il Ddl Moratti elimina la figura del ricercatore, precarizza tutto il mondo della ricerca finendo per sottometterlo ai docenti e al governo di turno
L’Unione degli Universitari di Lecce esprime la propria netta contrarietà alle Riforme che l’attuale Governo sta portando avanti sull’Università.
Condividiamo in pieno lo stato di agitazione dalle Organizzazione Sindacali e di Categoria del nostro Ateneo.
Il Ddl Moratti elimina la figura del ricercatore, precarizza tutto il mondo della ricerca finendo per sottometterlo ai docenti e al governo di turno. Incentiva, invece di frenare, la fuga dalla ricerca italiana proprio quando la crisi di competitività del Paese più necessiterebbe di un forte investimento sui ricercatori stessi.
Il Ddl Moratti elimina la distinzione tra tempo pieno e tempo definito, così facendo disincentiva i docenti all’attività didattica e di ricerca, portandoli invece ad aggiungere l’attività professionale privata a quella accademica, rendendo sempre più l’Università un banale luogo di passaggio per aggiungere il titolo di docente a quello privato di professionista, svuotando l’Università del suo ruolo centrale di produzione e riproduzione delle conoscenze.
La riforma dello stato giuridico dei docenti va letta in stretta connessione
con le proposte di modifica della Riforma degli ordinamenti didattici.
L’idea di Università che si vuole proporre è chiara.
La controriforma del Decreto 509 voluta dal Ministro dà il via alla realizzazione di un’Università classista basata sulla selezione continua e discriminante, che nega la funzione sociale del sapere costruendo un percorso ad Y nella triennale che distingue al suo interno due percorsi: un 1 + 2 per gli "incapaci" e un 1 + 2 per i "meritevoli" che lascia aperte le porte per l’accesso al secondo livello (numero chiuso permettendo!).
Leggendo la Riforma a Y parallelamente con la proposta di riforma dello stato giuridico dei docenti è ancora più evidente come l’intenzione di questo governo sia quella di creare da una parte centri di eccellenza per pochi, in cui si concilia didattica e ricerca, mentre dall’altra rimarrebbero Università di bassa qualità destinati alla massa degli studenti.
Per tutti questi motivi ci uniamo alle richieste delle altre componenti dell’Università e chiediamo:
l’immediato ritiro del DDL Moratti di riforma dello stato giuridico della docenza e della controriforma degli ordinamenti didattici;
lo sblocco delle assunzioni;
l’adeguato finanziamento dell’Università e della ricerca pubblica.