L'associazione Osservatorio intende dare vita e costituire un'azione di forte sensibilizzazione
Scrisse Antonio De Ferrariis Galateo nelle sue Epistole Salentine (de situ Iapygiae)
del 1511:
"La vecchiaia quasi annientò Leuca, Ugento, Gallipoli, Nardò, Vaste, Galatone donde traggo la mia origine, Soleto che i vecchi Greci chiamano Salento, Rudiae, Manduria, Ceglie, Oria, Baleso. La storia, la quale fa discendere l'imperatore M. Antonino per lato materno da Malennio figlio di Dasumno re dei Salentini, rende celebre la nostra
Lecce. Altri ricordano soltanto il nome di Lecce e Rudiae. Pomponio Mela scrive che Quinto Ennio era della nobile città di Rudiae. (.) In quanto a me posso solamente dirti, per quanto ho potuto ritrarre dalle congetture, e dalle iscrizioni lapidarie, che questa città era Rudiae limitrofa a Lecce, e che in lei nato era il poeta Quinto
Ennio. Le sue magnificenze furono oppresse dal tempo, e dall'inesorabile agricoltore, che co' colpi della marra tutt'i preziosi avanzi di antichità distrugge ed annienta. In qualche sito delle mura si scorgono innumerevoli tombe piene di ossa, e di vascelletti di terra. Il nome e la fama di Rudiae cadde, come caddero le sue mura, e i suoi edifizi. Su di lei ora vi passa l'aratro, in parte è ingombra di ulivi, e le decime delle ricolte si pagano al genero mio in ogni anno. Solo di lei si parla perché nel suo seno ebbe la culla il poeta Quinto Ennio, il cui nome vivrà
per quanto vivranno le lettere latine. Egli fu tanto caro agli Scipioni, che meritò esser collocata la sua statua fra le statue di quelli nella tomba loro".
Oggi le vestigia dell'antica città messapica di Rudiae, la cui esistenza è nota da secoli agli studiosi, come si è visto dal brano del Galateo, scritto e pubblicato cinquecento anni fa, rischia la distruzione e l'annientamento non più soltanto per colpa dell'aratro dell'agricoltore, ma per mano di chi intende usare gli escavatori
e le pale meccaniche dei mezzi di movimento terra, dopo che le autorizzazioni comunali rilasciate a suo tempo per la concessione delle licenze edilizie hanno permesso che un'area che da millenni costituisce il sito dell'antica Rudiae possa essere resa zona edificatoria.
Si devono citare le parole di un grandissimo studioso, Cosimo De Giorgi, tratte dal primo dei due preziosissimi volumi de "La Provincia di Lecce - Bozzetti di viaggio", pubblicati nel 1882:
"Dopo un pajo di chilometri rasenteremo il giardino della villa Mellone, una delle più belle di questi dintorni. Messa a cavaliere di un piccolo rialzo di terra, ci presenta dall'alto dei suoi terrazzi due bei panorami, uno della nostra città al
Nord, e l'altro al Sud della Cupa. Un tempo appartenne ai PP. Gesuiti, oggi è del convitto Palmieri. Quante care memorie delle gioje infantili, verso la metà di questo secolo, mentre ero in gabbia presso quelle buone lane, e quanti castelli in
aria per l'avvenire! L'amico Pietrino potrebbe soltanto riprodurli nei suoi splendidi bozzetti.
Da questa villa comincia la necropoli sotterranea dell'antica Rusce, e dopo un 300 metri vedremo sulla nostra dritta un frammento delle mura di quell'antica città messapica, sì fiorente all'epoca greca e romana, ed oggi adeguata al suolo. Marzo MDCCCLXXIX".
Il Comune di Lecce, già ritenendo il vecchio Piano Regolatore Generale in vigore strumento ormai inadeguato a dare risposte alle accresciute esigenze della Città e dei cittadini, per la sua crescita urbana, civile, culturale, sociale ed economica, ha dato avvio alla creazione del prossimo P. U. G., che sarà cruciale per dirigere il progresso e lo sviluppo della Comunità in ogni campo, non soltanto in quello edilizio, allora il comune cittadino non comprende né può accettare supinamente il fatto che oggi l'Amministrazione Comunale, in una materia tanto delicata come quella
del rispetto, della tutela, della salvaguardia e della valorizzazione di un'importantissima area archeologica com'è quella di Rudiae, di valore non soltanto e limitativamente comunale, ma certamente di valenza provinciale - il "Grande Salento! - e, quindi almeno interprovinciale, ma anche più estesamente e diffusamente regionale, nazionale ed internazionale, voglia riferirsi soltanto
all'applicazione dei vecchi e superati criteri del vigente Prg, che è come dire che il Comune di Lecce preferisca volgere la testa all'indietro invece di guardare avanti, così come lo stesso Ente Comunale sta già predisponendosi a fare dando vita al nuovo P. U. G.
E' scritto ancora nel testo della Bozza del P. U. G.:
"Le aree di maggiore interesse culturale, sia interne che esterne al sistema urbano (aree archeologiche ed insediamento storico intramurale) vanno assoggettate a regimi di particolare tutela; vanno indagate, schedate, classificate e finalmente assoggettate a politica di valorizzazione che consente loro di classificarsi come
patrimonio anche economicom, capace di produrre attrazione, attività, occupazione e reddito economico al pari di ogni altro bene patrimoniale, anche se il ruolo primario che loro compete è quello di concorrere all'accrescimento culturale.
Le istituzioni culturali, prime fra tutte le strutture universitarie, hanno il compito di contribuire, attraverso ricerche, di approfondirne le conoscenze, ricavandone un utile scientifico al quale devono corrispondere anche vantaggi in termini di confortevolezza insediativi".
Non si può, quindi, assolutamente sottovalutare il pericolo che azioni edificatorie poste in essere in ottemperanza a vecchie disposizioni, vecchie norme, vecchi strumenti e vecchie ed obsolete concezioni dell'Urbanistica, rendano ammissibile realizzare manomissioni, cancellazioni e danneggiamenti nel tessuto urbanistico
cittadino ai quali non si potrebbe più porre rimedio in futuro con inutili ed impossibili azioni di risanamento attraverso le quali si volesse tentare di riparare all'eventuale danno causato pur da regolari concessioni edilizie in aree delicate e nevralgiche del tessuto urbano ed extraurbano.
Inutilmente e vanamente quell'Amministratore Comunale, un domani non troppo lontano, potendo finalmente disporre del definitivo nuovo strumento del Piano Urbanistico Generale - che è ora in via di creazione - cercherebbe invano di ripristinare i luoghi e le antichità cancellate per sempre, né potrebbe più prevedere la
trasformazione, ad esempio, di una vasta ed incontaminata area archeologica in una straordinaria potenzialità non solo culturale ma anche socio-economica e produttiva.
A partire da tutte le considerazioni finora svolte, l'associazione Osservatorio intende dare vita e costituire un'azione di forte sensibilizzazione sui pericoli rappresentati da una serie di scelte ingiuste ed assurde, contraddittorie rispetto a quanto pur affermato dagli stessi documenti ufficiali prodotti per la redazione e l'approvazione del nuovo strumento urbanistico comunale, e si pone l'unico e fondamentale obiettivo - in maniera apartitica - della difesa, della tutela e della valorizzazione dell'intero sito dell'area archeologica dell'antica città messapica di Rudiae, promuovendo e facendo nascere l'apposito
COMITATO
"SALVIAMO IL PARCO ARCHEOLOGICO
DELL'ANTICA CITTA' MESSAPICA DI RUDIAE!"
a cui possono e sono chiamati ad aderire tutti i cittadini di Lecce, del "Grande
Salento", della Puglia, le associazioni, i movimenti culturali, gli Enti e le
Istituzioni esistenti ed operanti nel territorio - ed anche a livello nazionale ed
internazionale - che si battano con finalità culturali, civili e democratiche in
difesa ed a tutela dei Beni Culturali.
ADERISCONO:
Col. Dott. ANTONIO BUCCOLIERO - Consigliere Regionale della Puglia - UDEUR;
Avv. FABIO VALENTI - già Vice Sindaco del Comune di Lecce;
Avv. GIOVANNI CASTORO - già Presidente della Circoscrizione Rudiae - Ferrovia di Lecce.
Autore: Beniamino Piemontese, Coordinatore dell'associazio