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Morto in Macedonia un soldato leccese, Stefano Rugge

Data: 09/05/2002 - Ora: 09:48
Categoria: Cronaca

E' morto quindici gionri prima del suo matrimonio, Stefano Rugge, soldato in Macedonia, vittima di una mina come tante sparse sul territorio macedone. Stefano era di Lecce, i genitori del giovane ufficiale attendono nell'abitazione nel quartiere Salesiani, quella dove il 28enne è cresciuto e dalla quale è andato via giovanissimo. In Macedonia avrebbe dovuto trascorrere ancora pochi, pochissimi giorni, poi sarebbe tornato in Italia per il giorno più bello. Ed invece Stefano Rugge non vedrà più la sua ragazza, i genitori e la sorella. Si era arruolato a 19 anni, aveva frequentato l'accademia di Modena, e da alcuni anni era in servizio a Cremona, nel Genio guastatori, un reggimento specializzato nella bonifica di territori contaminati.

Nel nord Italia aveva conosciuto la ragazza, che alla fine del mese avrebbe dovuto sposare e con la quale spesso trascorreva le vacanze nel Salento. Dice il padre Bruno, "Stefano era orgoglioso della divisa che indossava da sempre", e nell'appartamento di via San Domenico Savio, l'uomo, insegnante di matematica in pensione, ricorda il figlio "che all'esercito aveva dedicato tutta la sua vita". Ed era già tutto pronto, la messa nuziale, gli inviti, il rinfresco. "Il 25 maggio ci saremmo dovuti ritrovare per un matrimonio, invece celebreremo un funerale", spiega il padre di Stefano Rugge, e nell'appartamento di via San Domenico Savio, ci sono gli zii, i cugini, gli amici di sempre. La madre dell'ufficiale, Maria Rosaria Ingrosso, che insegna ai bambini di una scuola materna, è distrutta dal dolore. I genitori lo hanno chiamato al telefono due giorni fa, lo hanno per l'ultima volta, era tranquillo, come sempre, non poteva immaginare quello che sarebbe accaduto. "Sto bene, non preoccupatevi", aveva detto al padre. E in fondo, tra pochi giorni avrebbe lasciato la Macedonia, e avrebbe riabbracciato la sua futura moglie, i genitori e la sorella alla quale era molto legato. Daniela, 26 anni, un dottorato di ricerca all'università di Lecce, era a Roma per un corso di specializzazione.

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