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Monopoli/Festeggiamenti in onore della Madonna della Madia

Data: 13/08/2002 - Ora: 12:18
Categoria: Cronaca

Arriva su una zattera la preziosa icona della Madonna della Madia, la pellegrina, la navigatrice, la Madonna architetta, scortata questa volta da marinai, mentre la storia la vuole in compagnia degli angeli. Così amano ricordarla i monopolitani (e non solo) fin dal lontano 16 dicembre del 1117, data del primo approdo. Ad accoglierla allora c'era il vescovo Romualdo che all'Assunta affidò le sue preghiere. Domani sera ci saranno il vescovo Domenico Padovano e il rettore della cattedrale mons. Vincenzo Muolo e almeno 20 mila fedeli. Nell'ultimo tratto di mare, prima di toccare la banchina del molo di Cala Fontanelle, la zattera viene scortata da subacquei che con le loro torce illuminano il percorso, in una scenografia che ha dell'irripetibile, con un fondale scenico fatto di stelle e di fuochi d'artificio quando l'oscurità salda il mare al cielo.
Poi segue la processione con le autorità civili e militari e il presidente del comitato festa patria cav. Angelo Martellotta. Per domani, dopo la solenne processione che segue il prodigioso approdo, alle 22, nella cassa armonica allestita in piazza Vittorio Emanuele, concerto della banda "Ernesto e Gennaro Abbate" città di Squinzano, diretta dal maestro Francesco Muolo. Per ferragosto, salve di mortaretti al mattino, alle 8, giro della banda per le vie della città e gran concerto in piazza alle 10. In serata, alle 19.30, processione con la statua d'argento dell'Assunta e alle 21.30, ancora musica in piazza e fuochi pirotecnici alle 23.30. La tradizione vuole che l'icona della Madonna della Madia sia stata posta in salvo su una zattera in Turchia durante le Lotte iconoclaste. L'imbarcazione di fortuna con il prezioso carico sarebbe quindi approdata per la prima volta in città, la notte del 16 dicembre 1117. Un'antica leggenda narra che la Madonna andò in sogno a un pio sacrestano di nome Mercurio che per tre volte si recò dal vescovo Romualdo per riferirgli che la Madonna era in porta con i legni di cui necessitava l'erigenda cattedrale romanica . Quelle travi che hanno così tanto navigato per mare, dopo la ricostruzione della cattedrale in forme barocche (nel '700), sono ancora in alto, oltre il tetto in pietra, a sostegno delle capriate e nella prima cappella a destra.
Per tre volte il sacrestano fu ricacciato dal vescovo, che lo tacciò d'ubriachezza, fino a quando gli angeli fecero suonare miracolosamente le campane della città e la gente (anche il vescovo) si riversò al porto e vide zattera e icona. La scena si ripete per due volte l'anno identica (il 14 di agosto e il 16 dicembre). L'icona è un'odigitria (in greco, colei che guida), modello tipicamente bizantino che si rifà alla prima immagine di Maria, dipinta da san Luca. In loco è detta "della Madia", in riferimento alla zattera (Almadìa in spagnolo).
E' una tempera su tavola, una sorta di "preghiera figurata" in cui anche i colori rispettano le rigide regole del rivolgersi a Dio. La mano del Bimbo è perfettamente al centro del quadro e benedice alla maniera greca. Le lumeggiature e i fili d'oro del vestito del Cristo sono espressione della sua regalità solare. Nella mano sinistra un cartiglio. Le gambe incrociate annunciano i momenti della passione.
Ogni tratto ci parla dell'Oriente. Le aureole a racemi rilevati in pastiglia rimandano alle produzioni cipriote o crociate. Le tre stelle sul manto della Vergine (una è coperta dal Cristo) indicano la perpetua verginità di Maria: prima, durante e dopo il parto.
Un particolare espediente pittorico, poi, permette alla Vergine di osservare il visitatore posto in qualsiasi posizione prospettica. Il suo doppio manto, indica la sua natura divina e terrena, lei madre di Dio e madre dell'umanità.
In basso, due figure: un chierico e un monaco. Sono il probabile finanziatore e l'esecutore di un antico restauro.

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