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Molfetta, presi gli inventori del Bancomat della droga, anche bambini

Data: 12/02/2002 - Ora: 16:23
Categoria: Cronaca

Avevano inventato lo spaccio con il sistema del cosiddetto Bancomat. E oggi in 35 finiscono in carcere a Molfetta e in altri Comuni della provincia barese in esecuzione di condanne, divenute definitive, a pene tra i due e gli otto anni di reclusione. Altri cinque sono ricercati. L'operazione è stata compiuta dai carabinieri del comando provinciale di Bari: delle quaranta persone da catturare, sette erano già in carcere o agli arresti domiciliari.
L'indagine, coordinata dal pm Michele Emiliano di Bari risale agli anni fra il '95 e il '97. I carabinieri scoprirono che tra i vicoli del centro storico di Molfetta si vendeva ogni tipo di droga (hashish, marijuana, eroina, cocaina) a persone provenienti anche da altre regioni. Il trucco consisteva nel fare in modo che venditori e acquirenti non entrassero mai direttamente in contatto, per evitare soffiate. Il compratore metteva i soldi in alcuni fori praticati nelle spesse mura delle case del Borgo antico e dopo pochi minuti ci trovava la sostanza richiesta. A metà degli anni Novanta, Molfetta era divenuta il più organizzato, vasto e importante mercato della droga al minuto di tutta la Puglia, meta di tossicodipendenti provenienti da Basilicata, Molise e Marche. Le indagini accertarono che venivano impiegati anche ragazzini di 12-13 anni, utilizzati come corrieri, vedette, custodi della droga e dei soldi con il consenso delle famiglie. Diverse mamme si occupavano di tagliare e confezionare le dosi.
L'organizzazione fu decapitata nell'ottobre del '96, con l'arresto di 82 persone. Altre 15 finirono in carcere nel gennaio '97. Gli arrestati erano accusati di associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di stupefacenti e di concorso in estorsione aggravata. Nel processo il Comune di Molfetta si costituì parte civile. In primo grado ci furono 111 condanne per 1.403 anni di carcere. In secondo grado le pene furono quasi dimezzate.
Tra le persone arrestate oggi ci sono anche i promotori dell'organizzazione criminale: Michele Manganelli, 34 anni (condannato a 11 anni e 6 mesi), Giuseppe Sinigallia, 30, (8 anni e 2 mesi), Bonaventura Marzolla, 25, (7 anni e 6 mesi), Antonio Cormio, 38, e Francesco Berardi, 40, condannati a 7 anni di reclusione.

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