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Missionarie leccesi in una casa moldava per bimbi di strada

Data: 30/09/2002 - Ora: 09:05
Categoria: Politica

L’arcivescovo di Lecce, mons. Cosmo Francesco Ruppi, ieri, nel corso di una celebrazione al Duomo, ha consegnato il mandato missionario a tre suore della Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori che si recheranno in Moldavia per gestire una Casa per bambini poveri e di strada.
La struttura è stata voluta dalla Fondazione Regina Pacis, che da anni opera in Moldavia. Le tre religiose - informa una nota del Regina Pacis - saranno in Moldavia il prossimo 4 ottobre insieme con il responsabile della Fondazione, don Cesare Lodeserto. Saranno attesi dal vescovo moldavo mons. Anton Cosa, che sarà anche presente domani alla celebrazione in programma in cattedrale, a Lecce.

«Un’altra struttura per servire i poveri - sottolinea don Cesare - perché la Chiesa è al servizio dei poveri. La Fondazione ha fatto una chiara scelta di carità, infatti in Moldavia esistono già delle altre strutture che operano nel contrasto al traffico di esseri umani. Nello stesso tempo la Fondazione lavora accanto alla Chiesa cattolica moldava, attraverso un osservatorio sulle povertà, una mensa per i poveri e un’attività di sviluppo locale per abbattere le povertà».
L’arcivescovo di Lecce presiederà, insieme al cardinale di Parigi, Lustiger - si ricorda tra l’altro nella nota - l’incontro internazionale che si terrà a Parigi il prossimo 2 ottobre nel corso del quale verrà presentato un documento dei cattolici d’Europa sul traffico di esseri umani, prodotto dalla stessa Fondazione. «Due impegni internazionali importanti - sottolinea don Cesare - che mettono in evidenza il coraggio della Chiesa di Lecce ad andare avanti, nonostante tutto, con la forza che viene dalla fede e dall’amore ai poveri».
«Nulla - sostiene - deve essere di ostacolo a ciò in cui si è creduto e si crede. Nulla deve rallentare il cammino della carità. Nulla deve mettere in discussione scelte per le quali si è convinti di donare la propria vita». «Mi auguro - conclude don Cesare - che molti abbiano la consapevolezza e la visione di quanto si sta facendo in Italia e all’estero nell’accoglienza e in difesa di coloro che sono trafficati. Le sofferenze e le umiliazioni sono oggi più che mai la conferma che siamo sulla strada di Dio e sulla strada dei poveri».

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