I Re di Napoli, Carlo V in testa, amavano dire che Lecce era la città più importante del Regno, dopo la capitale partenopea.
Traslando al mondo del calcio tale concetto,ci accorgiamo che, con il Napoli in serie C, Lecce è la vera "guida"...
Carlo V, come molti altri sovrani del regno di Napoli, amava dire che Lecce era, dopo la Capitale partenopea, la città più importante del Regno sia per bellezza che, soprattutto, per concentrazione di cultura e nobiltà.
La Storia ha nei secoli cancellato, forse a torto, gran parte degli splendori salentini di quell'epoca del Sud dell'Italia...
Se volessimo traslare ai nostri giorni e nel mondo del calcio le parole dei Re di Napoli, ci accorgeremmo che, con la capitale partenopea ad annaspare nelle paludi della terza divisione
calcistica, è Lecce la vera "guida" dello Stato che fu dei Borboni.
I cavalieri del prode condottiero Zeman hanno marciato sulle illusioni del Regno delle due siciliane Palermo e Messina apponendo con forza e decisione i vessilli giallorossi del Salento sull'intera terra del Sud e ponendosi come unica alternativa, almeno temporanea, a quello che sembra essere un dominio incontrastato da parte della Juventus.
A Messina si è vista una partita bellissima, uno spettacolo calcistico di primo livello e un Lecce brillantissimo con Zeman che ci ha anche regalato qualche invenzione a sorpresa e l'ennesimo ottimo attaccante. Babù sembrava essere l'oggetto misterioso di questo strepitoso Lecce ma il guru boemo l'ha trasformato in una delle mosse vincenti di Messina-Lecce; alto sulla fascia destra, infatti, ha annullato una delle fonti principali di gioco dei giallorossi di Sicilia, Parisi, e ha mostrato a tutti che di brasiliano non ha solo il passaporto.
La difesa del Messina non era nella sua miglior giornata ma il Lecce l'ha assediata e colpita per 90 minuti senza un attimo di pausa producendo occasioni da rete ogni volta che superava la metà campo. Ne ha fatte quattro di reti il Lecce ma il risultato finale poteva essere anche più pesante se si considerano tutte le palle sprecate sotto porta dagli attaccanti salentini. L'avanguardia leccese si è confermata come la migliore del torneo con Vucinic a far saltare per primo le difese messinesi, dopo appena 5 minuti, seguito dall'ariete Bjelanovic che ha affondato i suoi colpi per ben due volte vanificando il tentativo di rimonta dei siciliani abbozzato da Di Napoli dopo una svista dell'arbitro e un errore, il primo della stagione, del nostro ultimo baluardo Sicignano. Nei minuti finali abbiamo visto anche Dalla Bona mettere il suo sigillo sulla partita regalando ai tifosi del Lecce una vittoria memorabile e consegnando a quelli del Messina la prima sconfitta interna e il ritorno ad una realtà ben diversa da quella vissuta finora.
Vogliamo fare qualche considerazione.
La prima sull'arbitro Farina; lo scorso anno, disse ai nostri calciatori che il Lecce era una squadra di terza categoria e tutti sappiamo com'è finita... Forse ieri si sarà reso conto che la categoria del Lecce è di gran lunga superiore a quella che lui aveva o ha nella sua mente.
Un secondo amaro pensiero va all'indifferenza di tutti mass-media nazionali nei confronti del Lecce vera rivelazione, insieme al Chievo, di questa prima parte di campionato; tutte le trasmissioni sportive hanno dato un peso eccessivo e concesso tutto il loro tempo ad un derby milanese fra i più brutti degli ultimi anni e alla "grande e difficilissima" impresa della Juventus a Siena piuttosto che dare uno sguardo attento alle imprese ben più consistenti del magico Lecce targato Zeman.
L'ultimo pensiero va, alla vigilia dello scontro con l'Inter, a tutti quei leccesi che, come cantano in occasioni come questa i magnifici Ragazzi della Nord, sono "rinnegati"; notiamo che molti cominciano ad allontanarsi dalle rispettive squadre del "cuore" per sposare la causa del Lecce. Credo proprio che sia un pò tardi per loro e credo che debbano continuare a seguire le vecchie strade lasciando ai tifosi veri e puri del Lecce, la gioia piena di questo momento esaltante della storia calcistica salentina.
Vai avanti così, Lecce, sempre alla testa di quell'agguerritissimo drappello di squadre che cerca di portare il Sud dell'Italia alla riscossa in un calcio che è stato ed è da sempre terra di conquista per poche squadre e quasi sempre troppo a Nord del nostro bel Regno.
Autore: Danilo Di Falco