E' polemica sulla scarcerazione dei tre presunti scafisti del gommone naufragato l'11 marzo, con sei vittime, al largo di Otranto. Ieri il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha duramente criticato il gip del Tribunale di Lecce, Vincenzo Scardia, che nell'udienza di sabato non ha convalidato il fermo dei tre giovani albanesi arrestati da polizia e carabinieri con l'accusa di aver guidato il natante sul quale viaggiavano ventotto immigrati.

Secondo il giudice, infatti, i tre non sarebbero perseguibili dalla giustizia italiana poichè il naufragio avvenne in acque internazionali, quando, sostiene il magistrato, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina non si era ancora concretizzato. Ora il procuratore aggiunto della Dda, Cataldo Motta, potrebbe impugnare il provvedimento di scarcerazione: ma intanto, ieri, ad attaccare la decisione del gip è stato il sottosegretario all'Interno. Dice Mantovano: «È stata data agli scafisti licenza di delinquere nelle acque internazionali: qualche giudice dovrebbe alzare la testa dalla scrivania». Accuse pesanti. Alle quali il gip Scardia ribatte «Non penso sia giusto né opportuno che io difenda un mio provvedimento. Non sapevo che fosse stato istituito un altro grado di giurisdizione: quello dei politici. Anche in veste di presidente della giunta distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati conclude Scardia ribadisco che le decisioni di un giudice che non si condividono vanno impugnate davanti agli organi competenti».