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Data: 09/09/2008 - Ora: 11:59
Categoria:
Politica
Dibattito con Nichi Vendola, Michele Emiliano e Adriana Poli Bortone
Mercoledì 10 settembre alle ore 9.15 presso l'Hotel Excelsior in via G. Petroni a Bari, lo SPI CGIL Puglia presenta i risultati di una ricerca nazionale commissionata al consorzio A. A. STER su anziani e politica. La ricerca ha riguardato i livelli di partecipazione e la percezione della politica da parte degli iscritti dello SPI in 6 regioni, Puglia compresa (dove sono state realizzate più di 4000 interviste). L'indagine ha restituito un ritratto in chiaro scuro sul rapporto tra la politica e gli iscritti al sindacato dei pensionati della CGIL.
La variabile anagrafica, ad esempio, evidenzia una distinzione netta tra gli iscritti più anziani che avvertono ancora forte il bisogno di contenitori strutturati della rappresentanza politica (partiti e sindacati) e quelli più giovani che si dichiarano più distanti dalle forme classiche della partecipazione politica. Nel corso dell'indagine sono stati coinvolti come testimoni privilegiati diversi "attori" del mondo politico, dell'università e del terzo settore. Ne discutono, insieme al Segretario Regionale dello SPI di Puglia Vincenzo Valentino e a Carla Sannicola, curatrice della ricerca per l'AASTER; il Presidente della Regione Nichi Vendola, il Sindaco di Bari Michele Emiliano, l'Assessore Regionale Elena Gentile, l'Assessore al Comune di Bari Susi Mazzei, Assessore comunale di Taranto Mario Pennuzzi, la Senatrice Adriana Polibortone e il prof. Enzo Persichella dell'Università di Bari. A tirare le somme del dibattito sarà il Segretario Nazionale dello SPI CGIL Riccardo Terzi.
Di seguito uno stralcio della Relazione:
Anziani e Politica
Il rapporto presenta subito alcuni elementi che distinguono la Puglia dalle altre regioni sondate. La componente bracciantile, degli iscritti allo Spi Puglia è nettamente più elevata qui che altrove, e questo aspetto si riflette, ovviamente, su tutta l'indagine e sui dati raccolti.
Dal momento che l'indagine si sviluppa sul piano della partecipazione e della percezione dell'efficacia politica del singolo iscritto, cioè del rapporto tra la Politica, la Partecipazione alla Politica, i Partiti ed il Sindacato, va da sé che la provenienza sociale e culturale abbiano pesato non poco nella determinazione dei risultati.
Nel momento della crisi dei partiti e della rappresentanza politica, il sindacato sembra essere un contenitore politico suddiviso in almeno tre tronconi: 1) gli iscritti più anziani, legati ancora alle forme partito e a forme tradizionali di partecipazione; 2) gli iscritti più critici, provenienti dalle esperienze del '68 e degli anni settanta, critici nei confronti delle forme attuali della partecipazione; 3) gli iscritti più recenti, che mostrano un elevato senso di sfiducia verso le istituzioni e i partiti e che non si muovono verso forme nuove di pratica politica, parliamo di chi si è iscritto allo Spi sostanzialmente dopo il crollo del regime sovietico, e che si è socializzato tardi alla politica. In Puglia, ovviamente, le forme tradizionali di partecipazione sono legate alla vita della campagna, alle sezioni locali dei partiti (PCI soprattutto), meno a una identità di classe che è invece tipica delle regioni a più elevata presenza di iscritti provenienti dal mondo operaio. Questo aspetto ricade anche nella considerazione che essi hanno del sindacato, come presidio democratico, per i più anziani, come contenitore di servizi, per i più giovani iscritti.
Conforta il fatto che, tutto sommato, come anche altre ricerche sviluppate in Puglia hanno mostrato, gli anziani non sembrano ‘bloccati' nella partecipazione da paure securitarie, legate cioè alla percezione di insicurezza, ma vorrebbero muoversi di più nel senso di una riconquista della identità civile anche a favore delle future generazioni. Si intravedono forme di solidarietà, di preoccupazione, di vero e proprio desiderio di impegno, che deriva, per i più anziani e per chi viene dalle esperienze dei movimenti degli ani sessanta e settanta, dalla partecipazione alle grandi manifestazioni sindacali. Non così per più giovani iscritti allo Spi. Sembrano chiedere di non essere considerati, gli anziani, come un corpo sociale separato, ma di essere considerati dai politici come una delle colonne portanti della società italiana. Ai politici viene rimproverata la scarsa conoscenza del mondo degli anziani, così vasto e variegato, e la scarsa disponibilità a promuovere politiche di partecipazione dell'anziano alla programmazione ed alla progettazione di queste politiche. Si chiede riconoscimento e riconoscenza, soprattutto da parte di chi proviene da esperienze di forte ‘militanza' politica e sindacale nel passato.
In Puglia è bassa la fiducia degli iscritti verso le Istituzioni, ed è bassa la fiducia nel sindacato da parte degli iscritti che si collocano tra i ceti popolari (meno ricchi, meno istruiti e meno socializzati alla politica in passato). Questo atteggiamento è confermato, secondo l'indagine, dalla più larga diffusione in Puglia di forme di ‘populismo protettivo tremontiano', proprio in realtà del sud.
In Puglia, inoltre, si partecipa meno al voto, nonostante sia alta la percentuale di quelli che ritengono il voto un dovere. Vi è un'evidente contraddizione, forse spiegabile anche con l'allontanamento dai partiti e dalle forme tradizionali di partecipazione politica da parte degli iscritti più giovani. Ancora, la Puglia presenta una percentuale molto elevata (40%) di apolitici, ed una bassa percentuale di militanti politici in senso stretto. Il punto vero, e pericoloso, è che in tutte le regioni vi è uno iato tra gli apolitici e chi ancora si fa mobilitare dall'alto, dai partiti: come a dire che vi è una radicale contraddizione interna allo Spi, che si traduce in forme di alienazione/allontanamento dalla politica per gli iscritti più giovani.
La parte qualitativa, di focus group e di intervista ad Adriana Poli Bortone, mette in evidenza l'assenza e la scarsa efficacia del sistema dei servizi per gli anziani. Esempio tipico è l'assistenza integrata, che presuppone un tasso di efficienza delle politiche messe in atto elevato e non ancora alla portata delle strutture pugliesi, anche di quelle leccesi. Vi è poi l'aspetto della organizzazione del mercato dei servizi, che risente della presenza di un cartello oligopolistico. Il mercato dei servizi sociali deve liberarsi a risorse nuove e competenti. Ultimo aspetto, la partecipazione alla politica scema nel corso degli anni, con l'avanzare dell'età e con l'indebolirsi delle strutture tradizionali della politica (i partiti), ma risente anche dell'esclusione delle donne, fatto tradizionale in Puglia, dalla vita politica locale, di quartiere o di paese. Le donne anziane esprimono solidarietà con i fatti, ma non partecipano ai luoghi della discussione e della socializzazione alla politica, ancora fortemente maschilizzati in Puglia.
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