Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Presidente Anci Puglia Lamacchia indirizzata al Presidente dell'Aqp Petrella
Qualche giorno fa il presidente dell'Acquedotto Pugliese prof. Petrella, sul Sole 24Ore Sud, ha ribadito alcuni concetti in materia di uso delle risorse idriche quale bene universale e la necessità di assicurare comunque l'acqua alla generalità dei cittadini con una speciale tutela per i meno abbienti, i quali dovrebbero essere "censiti" dall'Acquedotto con l'aiuto dei comuni, ha confermato che sono stati spesi appena 46 milioni di euro sui 960 previsti e che l'AQP non ha una struttura adeguata – di progettazione, di esecuzione di controllo - per far fronte agli obblighi del Piano d'Ambito; ha, infine, ribadito l'avversione ad una "ripubblicizzazione" dell'Acquedotto mediante l'ingresso dei comuni nel capitale dell'azienda.
Vorrei, sommessamente, esprimere alcune considerazioni dalla parte dei Comuni, titolari del Servizio Idrico Integrato, senza che si risollevino speciose polemiche, ma una franca discussione nel merito delle considerazioni che vado a fare.
È stato accertato che il gestore AQP è in grave ritardo nell'attuazione del Piano d'Ambito che dovrebbe assicurare a tutti i cittadini pugliesi una quantità decorosa di acqua potabile con contestuale depurazione. A tal proposito è possibile avere risposte in merito a:
1.l'AQP ha le risorse finanziarie necessarie a far fronte agli obblighi in materia di investimenti?
2.Ha l'AQP una struttura tecnico – gestionale in grado di assolvere agli obblighi del Piano d'Ambito?
Lo stato dei fatti ci dice che ad oggi:
a.l'AQP ha abusivamente aumentato la tariffa senza dare corso agli obblighi della convenzione in materia di investimenti, di risanamento e sicurezza delle reti (quanti km di tubi di amianto vanno dimessi dalla rete acquedottistica?);
b.i pugliesi pagano una delle più esose tariffe per l'acqua a fronte di un servizio qualitativamente non eccelso che in molti casi pagano due volte poiché l'AQP è ancora inadempiente nei confronti dei comuni ai quali vanno restituiti gli oneri di ammortamento contratti per la costruzione delle reti di acqua, fogna e depurazione, in quanto contenuti in quota nella tariffa del servizio;
c.gli obblighi per investimenti in opere da effettuare e di risorse da retrocedere ai comuni, con copertura finanziaria nelle tariffe già incassate, non hanno adeguata rappresentazione contabile;
d.a fronte di copiose risorse comunitarie (fondi POR) ci sono difficoltà a cofinanziarle;
e.i comuni ancora una volta si sono dovuti fare carico della progettualità delle opere acquedottistiche per evitare di perdere risorse comunitarie (è nota l'intesa di alcuni giorni fa tra Regione, ATO ed AQP che prevede l'acquisizione di progetti dei comuni da parte dell'AQP).
Altro aspetto. È nella titolarità dell'AQP fare "solidarietà sociale" sostituendosi ai comuni, che è bene ricordarlo, da sempre sono attenti e danno risposte alle reali situazione di disagio? Non è preferibile impegnarsi con più energia per recuperare parte delle perdite della rete in modo tale da avere più disponibilità d'acqua e poter ridurre le tariffe?
È stato più volte affermato che l'AQP necessita di una sostanziosa ricapitalizzazione per adempiere agli obblighi contratti. Quali le risorse disponibili? E da parte di chi?
E allora, l'AQP, gestore del servizio idrico integrato dell'intera Puglia, pur in presenza di copiosi finanziamenti pubblici aggiuntivi (POR), di una delle più alte tariffe, di "forzosi" oneri di ammortamento da parte dei comuni, eroga il servizio che conosciamo, non adempie agli obblighi convenzionali ed è nella situazione sopra descritta, ritengo necessita di un profondo ripensamento, al fine di assicurare un servizio idrico degno di un paese civile, condizione primaria per garantire "l'acqua, bene comune".
Le proposte ci sono da tempo anche se inascoltate, le ripeto brevemente:
partecipazione dei Comuni al capitale dell'AQP mediante conferimento delle reti e\o degli impianti e di 1 euro per abitante;
trasformazione di fatto dell'AQP in una multiutilities dei Comuni con possibilità di conferimento di ulteriori servizi (energia, rifiuti, servizi a rete) anche mediante acquisizione o conferimento di aziende comunali già operanti, e con possibilità di accedere a mutui con la Cassa Depositi e Prestiti o altri istituti, con fideiussioni dei Comuni;
allungamento della concessione del Servizio Idrico Integrato con la prospettiva di avere anche in Puglia un soggetto economico nei servizi pubblici locali in grado, oltre che di assicurare servizi efficaci ed efficienti, anche di competere sul mercato nazionale ed internazionale.
È possibile avere pacate risposte o aprire un confronto?