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Lettera aperta del Presidente ANCI Puglia sulla gestione del Servizio idrico integrato pugliese

Data: 07/11/2006 - Ora: 10:19
Categoria: Politica

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento del Presidente Anci Lamacchia all'Aq

Consentite anche ai rappresentanti dei Comuni, titolari del sistema idrico integrato, di intervenire sulla discussione mediatica in merito al miglioramento del servizio, del ruolo e delle funzioni di AQP.

E' opportuno prima di tutto condividere che l'attuale situazione è fatta di:

  • qualità del servizio idrico scadente, sia nella distribuzione che nella depurazione dell'acqua;

  • tariffe esose;

  • scarsa capacità del gestore (AQP) di adempiere agli obblighi contrattuali e convenzionali.


Per la scarsa qualità del servizio, parlano decine e decine di comuni con l'acqua razionata per lunghi periodi dell'anno; molti depuratori non adeguati ai parametri di legge o non ancora presi in carico dal gestore e tante altre realtà urbane prive degli stessi depuratori.


Diverse indagini (Cittadinanza Attiva e PHISIS) hanno certificato che la tariffa per gli utenti del servizio idrico pugliese è tra le più elevate d'Italia e questo non dipende dalla scarsità o dal costo della materia prima (acqua) ma dalla disastrosa distribuzione (quasi il 50% dell'acqua condotta viene persa) e dagli alti costi burocratici.


Sulla scarsa efficienza del gestore parlano i risultati in termini di attuazione del Piano d'ambito e di utilizzo delle enormi risorse finanziarie messe a disposizione dallo Stato (Accordo di Programma Quadro), dalla Regione (POR) e dai cittadini attraverso la tariffa. (realizzati poco più di 64 milioni di € sui previsti 1000 milioni di € ).


Pertanto oggi abbiamo una situazione di scarsa qualità servizio, costi elevati e Gestore "in cattive acque".

E' sufficiente cambiare la natura societaria del gestore per risolvere tutte queste questioni?


Altra problematica è la carenza di aziende pubbliche per la gestione di servizi pubblici locali, situazione che rende più fragile e meno solidale il tessuto economico pugliese.


È possibile, partendo dall'AQP, realizzare anche in Puglia un sistema di multiutilities in grado di coniugare qualità, efficienza ed economicità dei servizi pubblici locali e contribuire ad accrescere e sostenere l'economia pugliese, rendendola anche più solidale? I comuni lo sostengono da anni partendo proprio dall'AQP facendola diventare una azienda pubblica locale, risanandola ed irrobustendola. Tecnicamente è possibile seguire la strada utilizzata in Basilicata, estendendo le attività anche alla gestione dei rifiuti, dell'energia e delle altre infrastutture a rete.


Questo consentirebbe di rispondere alle giuste esigenze espresse dal presidente Petrella di considerare l'acqua un bene comune, di essere solidale nei confronti di quei territori in cui risulti non remunerativo assicurare servizi pubblici e di rispondere anche positivamente alle leggi della moderna economia di mercato.


Se questo percorso deve passare attraverso modifiche di legge esistenti o provvedimenti già adottati, sia fatto con urgenza, anche per evitare che le poche realtà di gestione comunale di utilitity si rivolgano a partnership esterne alla Puglia, con il rischio di essere fagocitate e di depauperare ulteriormente il tessuto economico della nostra regione, cogliendo l'occasione della attuale discussione del Ddl sul riordino dei servizi pubblici locali presentato dal ministro Lanzillotta.


È apprezzabile il riferimento all'ingresso dei comuni nel capitale AQP fatto recentemente dal presidente Vendola, con la convinzione che l'auspicata partecipazione non si traduca solo in una suddivisione di colpe, ritardi ed oneri rivenienti da una non eccelsa gestione.


È possibile passare finalmente dalla realtà virtuale e mediatica a quella in carne ed ossa per affrontare questi temi? L'auspicio è che ciò avvenga in fretta. I comuni sono pronti e aspettano da tempo.


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