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Lecce sconfitto dall'arbitro piu' che dalla Lazio

Data: 03/12/2001 - Ora: 15:11
Categoria: Sport

Contro la corazzata Lazio il Lecce è uscito sconfitto, beffato e schiumante di rabbia. I giallorossi, nel 18^ anniversario della scomparsa di Michele Lorusso e Ciro Pezzella, ricordati dai tifosi sulle tribune, hanno vissuto un pomeriggio che resterà a lungo nella storia del club di Via Templari. Come accaduto anche su altri campi a danno guarda caso delle cosiddette "piccole", protagonista in negativo della partita è stato, infatti, l’arbitro Roberto Rosetti da Torino, uno dei direttori di gara che gode delle migliori credenziali in questa stagione. Il fischietto piemontese ha influito sull’esito dell’incontro, non concedendo un paio di rigori al Lecce, espellendo lo scatenato uruguaiano Chevanton nel finale e non punendo in precedenza il gioco scorretto di Nesta e compagni. Non è stato il primo arbitro a danneggiare la squadra leccese, non sarà certo l’ultimo. Nonostante le assenze forzate a causa d’infortuni e squalifiche, i padroni di casa sono scesi in campo senza timori reverenziali, al cospetto dei capitolini. Anche la squadra allenata da Zaccheroni lamentava defezioni di un certo rilievo, ma ben altra cosa rispetto ai leccesi, non fosse altro che per la caratura tecnica delle alternative a disposizione del tecnico romagnolo. Mister Cavasin ha preferito l’attaccante sloveno Cimirotic all’evanescente Vugrinec, partito dalla panchina. In difesa, Cirillo al posto di Stovini ed a centrocampo il rientro dell’altro sudamericano, Giacomazzi. Per il resto, tutto secondo previsioni. Il Lecce ha cercato di ribattere colpo su colpo alle iniziative della Lazio, che si è resa pericolosa in diverse circostanze, soprattutto su palle alte. La porta di Chimenti ha rischiato in almeno tre occasioni di esser violata ma, vuoi per imprecisione, che per un pizzico di malasorte, la palla non è finita in fondo al sacco. A rischiare di segnare è stato invece proprio il Lecce, che con Cimirotic ha creato la più bella palla gol dell’incontro. Dopo aver saltato due avversari, il nazionale sloveno ha fatto partire un tiro da 30 metri che, con Marchigiani fuori dai pali, è andato a stamparsi contro la traversa. A causa del gioco duro dei laziali, nella ripresa lo stesso Cimirotic è rimasto negli spogliatoi per una botta al tendine d’Achille, lo stesso che lo aveva già tenuto fuori per due mesi. Giorgetti ha, invece, accusato un indolenzimento ad un polpaccio. Al loro posto sono entrati Vugrinec e Balleri. L’equilibrio dell’incontro si è, però, interrotto al quarto d’ora della ripresa, quando Rosetti ha concesso il penalty agli ospiti, per un presunto fallo di Cirillo su Fiore. Dal dischetto Crespo non ha fallito la chance, superando Cimenti e portando la Lazio in vantaggio. Neppure il tempo di riprendersi dallo choc, che i biancocelesti trovavano il gol del raddoppio con Filino Inzaghi, abile a farsi trovare sulla linea di porta e depositare la sfera il rete su cross di Cesar. Un 1-2 micidiale sotto l’aspetto psicologico per i giallorossi, che hanno lo stesso provato a rialzare la testa. E’ stato ancora Cirillo ad andare in gol, come successo contro il Bologna, ma stavolta la sua prodezza è servita solo ad illudere i salentini, che ci hanno creduto fino in fondo. Come sempre, a rappresentare al meglio lo spirito indomito dei leccesi è stato Chevanton. Il peperino uruguagio, ad ogni modo, ha trovato sulla sua strada un Rosetti in domenica no. Dapprima lo ha ammonito forse per proteste, con Negro che aveva colpito la palla col pugno, quindi lo nuovamente beccato a tentare un tocco con la mano, mostrandogli nuovamente il cartellino giallo e mandandolo negli spogliatoi anzitempo. La gara è finita lì, con i leccesi a recriminare ed i romani a far festa.
Domenica prossima si va a far visita al Chiedo Verona, altra formazione col dente avvelenato per le sviste arbitrali.
(MC)

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