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Lecce capitale delle tecnologie innovative per lo studio del patrimonio culturale

Data: 09/11/2004 - Ora: 11:42
Categoria: Cultura

Altri esperimenti con esperti internazionali provenienti dall’Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Inghilterra, Israele, Malta, Nuova Zelanda, Olanda, Singapore, Spagna, Ungheria, si succederanno invece nei prossimi mesi

Per una settimana, dall’8 al 13 novembre 2004, il Centro di Datazione e Diagnostica dell’Università di Lecce (CEDAD) sarà aperto a tutti coloro che intenderanno effettuare esperimenti con le tecniche nucleari RBS, PIXE, PIGE, Channeling, AMS, impiantazione ionica alla presenza dei professor Guy Demortier, fondatore del Centro LARN in Belgio, e il professor Arpad Kiss direttore del Centro ATOMKI in Ungheria. Altri esperimenti con esperti internazionali provenienti dall’Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Inghilterra, Israele, Malta, Nuova Zelanda, Olanda, Singapore, Spagna, Ungheria, si succederanno invece nei prossimi mesi. Gli scienziati affronteranno temi riguardanti la datazione con tecniche ottiche e nucleari, la diagnostica non distruttiva dei materiali, l’inquinamento e il patrimonio culturale, gli effetti antropogenici sull’ambiente, le applicazioni della spettrometria di massa con acceleratore per lo studio del patrimonio culturale, l’ambiente, la droga e il bioterrorismo. I signori giornalisti sono invitati a partecipare. Per ulteriori informazioni contattare il professor Lucio Calcagnile ai numeri sotto indicati. * * * Il Ce.Da.D è il primo Centro italiano dedicato allo sviluppo ed all’applicazione di avanzate metodologie ottiche e nucleari per lo studio del patrimonio culturale. È l’unico laboratorio in Italia ed in tutto il Mediterraneo a disporre di un acceleratore di particelle di ultima generazione dedicato alla datazione con il metodo del radiocarbonio mediante la tecnica della spettrometria di massa con acceleratore e all’analisi mediante fasci di particelle per lo studio dei beni culturali, effettuandone l'indagine diagnostica con tecniche nucleari. Questo significa che reperti archeologici e artistici antichi fino a 55-60 mila anni vengono datati in pochi minuti analizzando un solo milligrammo di carbonio. Il laboratorio, diretto dal professor Lucio Calcagnile, utilizza la stessa tecnica che nel 1989 consentì ai laboratori di Oxford, Zurigo e Tucson di datare la Sacra Sindone. I campi di ricerca che utilizzano il radiocarbonio come marker sono tanti: non si limitano al patrimonio culturale, ma comprendono Scienze Ambientali, Geologia, Medicina Legale, Biologia, Scienza dei Materiali. Il CEDAD effettua anche analisi dei materiali con tecniche nucleari non distruttive, determinando la composizione e la provenienza dei manufatti. Le indagini che si realizzano in questo laboratorio non forniscono solo, quindi, la datazione ed autenticazione di reperti archeologici e beni artistici, una guida per il restauro, la possibilità di risalire alla provenienza degli oggetti attraverso la loro composizione, la conoscenza della tecnica artistica utilizzata dal pittore, l’identificazione di tratti sottostanti allo stato pittorico visibile ad occhio nudo, le variazioni nella composizione dell’opera artistica rispetto alla versione finale, ma permettono anche di analizzare gli inquinanti atmosferici o ambientali attraverso i componenti di polveri sottili. In ambito ambientale, poi, le facilities del CeDaD consentono di conoscere le variazioni della concentrazione di radiocarbonio nell’ambiente per studiare l’attività dell’uomo ed i cambiamenti climatici globali. Misurando il radiocarbonio presente negli anelli di accrescimento degli alberi (Bomb Peak), - inoltre, si è analizzato l’effetto indotto nell’atmosfera del Salento dagli esperimenti nucleari segreti condotti nell’immediato dopoguerra.

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