Nove punti in meno rispetto al campionato scorso - quando la permanenza in A arrivò peraltro all'ultima giornata - e un calendario che nelle prossime sei giornate propone quattro trasferte (Perugia, Firenze, Bergamo e Bologna) e le sfide contro Roma e Inter al Via del Mare. Ecco il Lecce che Delio Rossi ritrova oggi pomeriggio a Calimera dopo l'11 di domenica contro il Verona. Una gara che ha messo in mostra le prime novità legate al cambio in panchina, senza dubbio, ma che ha anche rimarcato certe amnesie difensive che sono state pagate a caro prezzo sull'azione del gol di Frick: ancora una volta su un lancio lungo che ha messo in ginocchio Stovini e ha trovato Popescu in colpevole ritardo sui tempi di chiusura. Per la retroguardia, visti i precedenti di Savino e Silvestri, si tratta quasi di una maledizione che l'eccellente rientro di Juarez può compensare soltanto in parte.
Gli aspetti positivi non sono comunque mancati. A cominciare da un assetto tattico che ha privilegiato le verticalizzazioni per Chevanton e ha puntato sugli inserimenti di Conticchio e Giacomazzi. Ma restano le perplessità legate all'involuzione di un Vugrinec che sta soffrendo l'assenza di una boa come Lucarelli e a una fascia destra sulla quale né Balleri né Cirillo hanno convinto. Sarà proprio su quel settore, oltre alla difesa, che l'allenatore lavorerà in settimana per preparare la trasferta di domenica contro una squadra che appena un mese e mezzo fa segnò uno dei momenti più difficili nella gestione di Alberto Cavasin: tornare a mani vuote da Perugia significherebbe compromettere definitivamente la corsa per la salvezza.
Non dimentichiamo poi che l'arbitraggio di Bolognino contro il Verona, in alcuni momenti scandaloso, rischia di essere interpretato come un segnale da parte del Palazzo: con la Reggina prima in B e il Napoli sulla scia delle prime, peraltro graziato dopo gli incidenti nel derby con la Salernitana, non c'è alcun interesse a tenere in A quest'ultimo lembo del Sud pallonaro.