Perrone "E, a malincuore e con un senso di impotenza, siamo costretti per il momento ad alzare bandiera bianca"
Ad un mese di distanza dalla trasmissione dell'istanza (23 maggio), solo nella giornata di ieri la Sezione di Lecce del Settore Foreste del Servizio Idrogeologico dell'Assessorato Risorse Agroalimentari della Regione Puglia ha trasmesso il parere sulla richiesta del Comune di Lecce di utilizzare i sedimenti accumulatisi per l'azione del vento in maniera anomala nelle aree attigue agli arenili (strade, piazzali, ecc.) delle località di Torre Chianca e San Cataldo per la risistemazione di alcuni tratti del litorale salentino. Il parere ricevuto autorizza unicamente l'esecuzione di lavori di pulizia sulle strade, attività peraltro rientrante nell'ordinaria manutenzione effettuata dal Comune di Lecce, negando di contro la possibilità di rimuovere la sabbia accumulatasi in aree pubbliche e private in quanto, se pur intercluse nel centro abitato, essendo provviste di vegetazione vengono di fatto assimilate alle dune. Il parere, nonostante l'autorizzazione già rilasciata dal Settore Demanio Regionale e dal Comitato Parco di Rauccio, rende nullo anche quest'ultimo tentativo di limitare, con dei piccoli interventi tampone di ripascimento, i disagi dei fruitori delle spiagge (libere o attrezzate) fortemente penalizzate prima dall'erosione e poi dal blocco dei lavori di difesa dei litorali causato dalla sospensione (così come disposto nell'incontro istituzionale tenutosi presso la Presidenza della Regione Puglia lo scorso 9 maggio) della validità dell'autorizzazione per il prelievo dei sedimenti dalla cava marina in località Punta Penne a nord di Brindisi.
"In parole povere - sottolinea il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Paolo Perrone - dopo 20 giorni di inutile attesa la Forestale ci dice che possiamo utilizzare solo la sabbia che c'è sul manto stradale e che in ogni caso siamo tenuti a rimuovere per ragioni di igiene e sicurezza. Cioè, il nulla: quattro secchielli di sabbia. Ci impedisce invece di prelevare quella sui muri di cinta delle abitazioni e a ridosso dei marciapiedi perché assimilata alle dune. La situazione - specifica Perrone - è chiara: autorizzano il progetto con la sabbia di Punta Penne e poi ci ripensano per le farneticazioni di Errico senza fornirci una spiegazione ufficiale, nostre sollecitazioni e richieste di chiarimenti si perdono tra le lentezze e i vuoti burocratici degli uffici della Regione preposti (nonostante le pubbliche rassicurazioni degli assessori Losappio e Minervini), tentiamo un intervento tampone con la sabbia delle strade di Torre Chianca e lo bloccano ugualmente, intanto trascorre tempo prezioso per la stagione balneare. Insomma, ci legano le mani in ogni modo. Nel mio ruolo di amministratore pubblico - conclude - sono tenuto a spiegare agli operatori, ai concittadini ed ai turisti il quadro della situazione. E, a malincuore e con un senso di impotenza, siamo costretti per il momento ad alzare bandiera bianca".