"Solo che purtroppo, ancora una volta, l’iniziativa è stata imbastita in maniera approssimata, lacunosa, come se fosse volta solo ad una mera operazione di facciata e non frutto di un lavoro serio di analisi"
Al Sig. Sindaco del Comune di Lecce
Al Sig. Assessore Pisanò, Lecce
Al Sig. Assessore Peyla, Lecce
Al Circolo Legambiente di Lecce
Al Sig. Presidente FIAB Onlus Milano
Al Coordinamento Puglia delle Associazioni FIAB Onlus, Mesagne
Agli Organi di informazione A mezzo fax
Scrivo nella mia qualità di presidente della Associazione Ruotalibera. Lecce-FIAB, da tempo iscritta nell’albo delle associazioni del Comune di Lecce.
Esprimo il plauso della associazione che rappresento per i tentativi municipali di dare qualche spazio ai temi della mobilità ciclistica, recentemente concretati nella convenzione con una nuova associazione, ai fini della messa a disposizione di biciclette per chi intenda usare dei cosiddetti parcheggi di scambio.
Solo che purtroppo, ancora una volta, l’iniziativa è stata imbastita in maniera approssimata, lacunosa, come se fosse volta solo ad una mera operazione di facciata e non frutto di un lavoro serio di analisi, studio e relativo tentativo di risoluzione dei problemi della mobilità urbana ed in particolare ciclistica.
A tacere d’altro, infatti, va ricordato che la iniziativa avrebbe qualche utilità se esistesse un collegamento immediato tra i diversi mezzi di trasporto; invece le biciclette sono state alloggiate nel castello, posto troppo lontano per recarcisi a piedi e troppo vicino per essere raggiunto con un autobus. E poi perché dover obbligare all’uso di tre mezzi per spostarsi in una città piccola come è Lecce?
Non è il freddo ad aver spento l’iniziativa, ma la stessa idea di partenza, che ieri l’altro ha (francamente) condensato l’assessore Peyla parlando di soluzione tesa alla sola mobilità ciclistica nel centro antico, poiché troppo rischioso estenderla fuori da detta area. Questo è il punto grave, serio e dolente: Lecce rimane, dopo svariati anni di amministrazione Poli, una città che -pur essendo ciclabile per costituzione geofisica- è rimasta pericolosissima per i ciclisti.
Ciò non stupisce, se si pensa che le proposte di Ruotalibera, unica associazione avente voce in capitolo quando si tratta dei temi della mobilità alternativa, rimangono inascoltate ed essa non viene neppure convocata dal Comune allorché si dice di voler ascoltare la "voce" delle associazioni.
Peraltro, non risponde al vero che alcune recenti iniziative in tema di biciclette siano state prese di intesa con la FIAB e Legambiente, come ha sostenuto il Comune per bocca dell’assessore Pisanò, in autunno. Infatti presso il circolo di Lecce di Legambiente, competente per territorio, nulla si sa sull’argomento e neppure presso la associazione che rappresento, o presso i vertici della FIAB, interpellati espressamente. D’altro canto, essendo stato io stesso, sino ad ottobre 2004, il coordinatore delle associazioni pugliesi FIAB, iniziative FIAB di interesse locale non potevano da FIAB essere avviate senza nostro parere e contributo.
Parimenti si ricorda come Lecce sia rimasta una città NON a misura di bicicletta e priva di piste ciclabili: non potendo ai fini della ciclabilità urbana adoperare dati relativi alle piste ciclabili extra urbane o inserire nei dati ufficiali svariati chilometri di strade del centro antico che sono solo a traffico (automobilistico) limitato e non certo ciclopedonali ai sensi della disciplina vigente.
Concludo chiedendo che, per il futuro, gli interventi relativi alla mobilità vengano effettivamente concordati previo consulto con la associazione Ruotalibera.Lecce-FIAB: al fine di tentare soluzioni utili sotto il profilo della qualità della vita in città, per tentare di far rimontare davvero Lecce nelle classifiche -non scritte- e non solo in quelle frutto di dati effimeri e fuorvianti.
Con ossequio,
Autore: avv. Luigi Pedone