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Lecce, anziano imprenditore uccide due gatti sparando in città

Data: 24/06/2003 - Ora: 09:12
Categoria: Cronaca

Sequestrati tre pistole e un fucile da caccia legalmente denunciate ma usate impropriamente

Due colpi d’arma da fuoco squarciano il silenzio di una domenica mattina. Qualcuno tra chi ha dovuto o voluto rinunciare al mare nonostante la calura, si sporge sull’uscio e vede un uomo in là con gli anni, che regge i cadaveri di due gatti. Poi apre un cassonetto della spazzatura e li getta all’interno. Chi assiste alla scena, realizza subito che quei due spari sono collegati agli animali morti, e così allerta il numero di emergenza 113 della Questura. Sul posto, una traversa del centrale e trafficato viale Grassi, accorrono gli agenti della Sezione «Volanti», che indirizzati da chi li aveva fatti intervenire, poco dopo suonano al campanello di una villa. Chi apre è un anziano, T. C., di 73 anni, titolare di due avviate officine meccaniche a Lecce ed a Brindisi. E’ lui, senza ombra di dubbio, l’uomo che ha ucciso i due gatti. Lo ha fatto col fucile da caccia regolarmente detenuto, ma che per aver sparato in un centro abitato, anche se si tratta del giardino della sua dimora, gli viene comunque sequestrato. Ma perché un uomo della sua età si è messo a fare il tiro a segno contro due poveri animali? Ai poliziotti che glielo domandano, neppure risponde. Né si scompone quando gli portano via il fucile da caccia. Ed a quell’interrogativo non replica nemmeno quando gli stessi agenti gli sequestrano due pistole, anch’esse regolarmente detenute, ma il cui luogo di detenzione doveva essere un altro e non già la villa di viale Grassi. E non è finita. Gli uomini in divisa mettono a punto anche una perquisizione nei due luoghi di lavoro di cui l’anziano è come detto titolare a Lecce ed a Brindisi, e nell’officina di quest’ultima località trovano una terza pistola, che al pari delle altre, gli viene sottratta anche se solo a titolo precauzionale. Di questi tempi, la precauzione è d’obbligo, perché è notorio che più d’un possessore, le armi le ha usate a sproposito, mettendo spesso a repentaglio l’incolumità dei cittadini, per non dire di quando qualcuno ci ha rimesso addirittura la pelle. Quanto al 73enne, alla fine ha rimediato una denuncia penale per l’accusa di uccisione di animali, contemplata nell’articolo 638 del codice penale.

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