Si sta rilanciando in questi giorni, anche a Lecce, la campagna d’informazione nazionale denominata "Banche armate".
Tale campagna è portata avanti da numerose associazioni del volontariato e del Terzo Settore, sia laiche che cattoliche, ed è sostenuta da un amplissimo schieramento di forze politiche e sociali del Paese.
Intende diffondere tra i cittadini la consapevolezza che le scelte economiche e finanziarie dei singoli influenzano scenari a volte imprevedibili e del tutto ignoti ai più.
In questo sistema "malato", anche scegliere una banca piuttosto che un’altra può essere un’operazione che ha conseguenze importanti sul piano del mantenimento della pace e della democrazia su questo pianeta.
La legge 185/90 prevede che il Governo presenti annualmente al Parlamento un rapporto denominato "Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali d’armamento nonché dell’esportazione e del transito dei prodotti ad alta tecnologia".
I ministeri interessati producono poi alcuni Allegati alla Relazione che mappano, in termini numerici, le operazioni finanziarie delle singole banche in questo particolare settore.
Anche dalla Relazione dello scorso anno emerge che molti grossi gruppi bancari italiani ed internazionali operano transazioni nel mercato, cosiddetto "legale", delle armi, traendone ingenti profitti.
Solo nell’anno 2000 sono stati "autorizzati", dalle banche monitorate dal Ministero del Tesoro, importi per 1.525 miliardi per operazioni relative all’esportazione d’armi dall’Italia, escludendo totalmente i compensi per mediazioni.
Che il mercato sia "legalizzato" non significa che sia "giusto" o, almeno, "eticamente corretto". Basti pensare, infatti, che i partner "commerciali" sono in gran parte Paesi dove si violano costantemente i diritti umani o dove sono in corso veri e propri conflitti.
Per ulteriori dati ed informazioni, si può visitare, fra i tanti link che si occupano della Campagna: http://www.saveriani.bs.it/missioneoggi/Campagne/Banche/indx.htm.
Ecco perché è necessario informare il cittadino su quali istituti bancari possono garantire, più di altri, che i propri risparmi, frutto d’onesto lavoro, non si trasformino, attraverso banche senza molti scrupoli, in involontari investimenti sulle tante guerre del pianeta.
La Campagna propone, dunque, una lettera prestampata da spedire al direttore della propria banca, per chiedergli conto degli investimenti dell’istituto ed eventualmente paventargli il ritiro dei propri risparmi in caso di mancata risposta.
Nel link della rivista "Missione Oggi", curata dai Missionari Saveriani, può essere consultato l’elenco delle cosiddette "Banche armate" e può, naturalmente, essere scaricato il testo della lettera da inviare.