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Lecce, Pellegrino spiega il suo no alle commissioni del Polo

Data: 07/06/2001 - Ora: 10:40
Categoria: Politica

Da Repubblica: «Pensavo che la campagna elettorale fosse finita. Non è così visto che Berlusconi propone tre commissioni parlamentari a tema usando toni né sereni né imparziali, da leader di una parte anziché da premier in pectore. E poi le commissioni devono essere su proposta parlamentare, mica governativa...». Giovanni Pellegrino, il presidente della Commissione stragi per due legislature che ha rinunciato a correre con i Ds nelle politiche, boccia la proposta della Casa delle Libertà di istituire commissioni parlamentari su Tangentopoli e dossier Mitrokhin. Ne salva solo una, quella su Telekom Serbia. Perché? «Perché è un fatto recente, che non si confonde con la Storia. Resterebbe solo l'anomalia, tutta italiana, di un'inchiesta parlamentare contemporanea a quella penale con il rischio, molto pericoloso, di un accavallamento.

No secco invece alla commissione su Tangentopoli? «Se deve essere un processo ai processi, non solo è no ma è soprattutto incostituzionale, sarebbe un'ingerenza inammissibile del potere politico sul giudiziario. La vedo più possibile se fosse, invece, un tentativo di esprimere un giudizio politico e storico su come è nato e si è sviluppato in Italia il finanziamento irregolare della politica, un fenomeno che va contestualizzato nelle vicende dell'Italia della prima repubblica. Tangentopoli non fu altro che il persistere di quel sistema di finanziamento al di fuori del contesto storico che l'aveva originato».
E per questo occorre una commissione parlamentare ad hoc? «No, basterebbe dare un mandato più ampio alla commissione stragi per indagare su questi fenomeni della storia, diciamo così, sotterranea del paese. Anche gli accertamenti sul dossier Mitrokhin potrebbero rientrare in questo ambito: sui finanziamenti sovietici al Pci c'è già molto negli archivi della Stragi». Su Mitrokhin, veramente, s' ipotizza il reato di spionaggio? «Su questo c'è un'inchiesta penale in corso, non vedo cosa possa fare di più o di diverso una commissione».
A che servono le commissioni? «A raggiungere una verità storica che comprenda anche quella giudiziaria. Invece ho la sensazione che si cerchi ancora di usare la Storia come bastone contro i propri avversari politici. Peccato...».
In che senso? «Pochi giorni prima del voto, durante una convegno su Storia e politica, anche intellettuali vicini al Polo come Teodori e Perfetti, con Fini presente, furono tutti d'accordo nel dire che il giudizio storico andava lasciato fuori dall'attualità politica. Queste proposte di commissione sono una secca smentita».
L'onorevole Fragalà di An dice che la Stragi non serve più.
«Capisco, del resto tutto il Polo ha lavorato perché la Stragi non arrivasse ad un documento finale, a un giudizio storico finale. Ci sono riusciti».

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