Qualcuno sosteneva che nella vita gli esami non finiscono mai. Vi posso assicurare che è vero. Così come è vero che, nonostante siano trascorse appena poche ore dalla partitissima che ha dato al mio Lecce la permanenza in serie A, a casa mia non si parla d'altro che di questa maturità. Anche perché oggi sui banchi di scuola ritroverò mio figlio Andrea: con lui mi suderò il diploma di ragioniere.

Devo confessare che non vedo molte affinità tra questa esperienza e il mio lavoro sulla panchina. Lì avevo centinaia di migliaia di tifosi ad aspettare che si concretizzasse il lavoro di un'intera stagione. In questi giorni, invece, dipenderà tutto e solo da me.
Non si può dire che nei mesi trascorsi al corso serale sia stato uno studente modello. Soprattutto a giudicare dal ritardo con il quale mi presentavo a lezione. Una cosa è certa: ho avuto al mio fianco compagni di classe straordinari. Gente costretta a inventarsi mille scuse in ufficio per correre a scuola o ad affrettarsi all'uscita perché c'erano i figlioletti da accudire. Rispetto a molti di loro, ai quali questo esame servirà soprattutto per trovare un lavoro, sono sicuramente un privilegiato. La mia materia preferita è l'italiano. Lo spauracchio è invece l'esame orale. Spero che mi facciano parlare dell'organizzazione aziendale di una società calcistica: non so perché, ma è un argomento che credo di conoscere davvero a fondo... Alberto Cavasin