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Lecce-Palermo: Salento 12, Sicignano 1, Sant'Oronzo 3.

Data: 19/10/2004 - Ora: 12:11
Categoria: Sport

Lecce-Palermo: Salento 12, Sicignano 1, Sant'Oronzo 3.

Abbiamo assistito tante volte a partite come quelle di Domenica fra Lecce e Palermo ma, in quelle partite del passato, la parte del Palermo la faceva sempre il Lecce e, al posto dei giallorossi, c'erano squadre come Juve, Milan, Inter.

Abbiamo assistito tante volte a partite come quelle di Domenica fra Lecce e Palermo ma, in quelle partite del passato, la parte del Palermo la faceva sempre il Lecce e, al posto dei giallorossi, c'erano squadre come Juve, Milan, Inter. Solo le grandi squadre, infatti, riescono a sfruttare tutti i fattori che il calcio mette in gioco di partita in partita. La fortuna è, in genere, un fattore casuale ma si schiera quasi sempre con le grandi squadre o con chi osa di più. I portieri fanno parte dell'undici che scende in campo e le loro prodezze sono da mettere in conto, sempre. Se poi il numero 1 ha la scritta Sicignano sulla maglia, le prodezze possono diventare dei mezzi "miracoli" come è capitato contro il Palermo. Buffon, Toldo e Dida sono fra i migliori portieri del mondo ma, la Domenica, sono chiamati a salvare la propria porta nelle rare occasioni in cui le loro eccellenti difese concedono agli avversari delle palle gol. Sicignano, in Lecce Palermo, ha salvato la sua retroguardia in più di venti occasioni e dagli spalti si è scomodata addirittura la figura del Santo Patrono della nostra città per "giustificare" le capacità sovrumane del grande numero uno giallorosso. A tutto questo è doveroso aggiungere che gli attaccanti rosanero hanno la loro parte di colpa se si considera il fatto che, a portiere battuto, hanno messo la palla in più di un'occasione fuori dallo specchio della porta o ad infrangersi sui pali della stessa. Il Lecce è stato lì a subire, con le distanze sbagliate fra i reparti, per un tempo ma, alla prima occasione buona, ha trovato la rete con Vucinic ormai rivelatosi una delle più belle realtà di questo Lecce targato Zeman. Il montenegrino, in odore di Nazionale dopo le sue ultime prestazioni, ha concesso anche il fantastico bis che ha chiuso definitivamente la partita quando mancavano dieci minuti al fischio finale. Zeman sta insegnando il suo calcio ai nostri giovani talenti e non è un caso se prima Bojinov e adesso Vucinic stanno segnando tanto. Il boemo, si sa, è il migliore al mondo nella fase offensiva e riesce a trasmettere la sua fame di gol ai suoi attaccanti che lo ripagano puntualmente e senza eccezioni. Se poi riesce anche a dare sicurezza, con l'aiuto del "tutor" Stovini a Diamoutene e soci nella fase difensiva, la quadratura del cerchio è compiuta e il Lecce al quarto posto della classifica non è più un sogno né un miracolo ma solo e soltanto frutto dell'applicazione degli insegnamenti del nostro guru e dell'impegno dei suoi giovani e volenterosi allievi. E' piacevole vedere che una squadra di Zeman riesce ad essere anche cinica nelle partite in cui lo champagne non è quello millesimato o è un poco sgasato e, producendo poche azioni offensive, riesce a sfruttare l'abilità dei suoi singoli elementi. Una menzione speciale va fatta allo straordinario pubblico salentino di Domenica, finalmente numeroso e meritevole di un numero anche di molto superiore al 12, questa volta. Erano presenti tantissimi tifosi del Palermo giunti a Lecce con ogni mezzo e, anche grazie a questi ultimi, si è vissuta una giornata di sport vero e leale, come dovrebbe essere contro ogni avversario. Grazie al gemellaggio, oramai solidissimo, fra le tifoserie di Lecce e Palermo, si sono viste, Domenica pomeriggio, intere famiglie donne e bambini compresi, incrociarsi tranquille all'esterno dello stadio prima e dopo la partita indossando i colori giallorossi e rosanero e si sono viste le frange più estreme del tifo scambiarsi pacificamente i propri simboli distintivi anche a partita conclusa e palermitani sconfitti. Questo è il calcio che vogliamo e questo è il Lecce che desideriamo vedere. Sempre lontano dai bassifondi della classifica e sempre vincente, anche con quel pizzico di fortuna che, spesso, nello sport rappresenta un fattore determinante.

Autore: Danilo Di Falco

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