Fare un commento a mente fredda sulla partita fra Lecce e Juventus disputata Domenica è un'operazione difficile e quasi inutile...
La partita andava semplicemente rimandata.
Fare un commento a mente fredda sulla partita fra Lecce e Juventus disputata Domenica è un'operazione difficile e quasi inutile se si considera il fatto che si è assistito più al tentativo di giocare al calcio da parte delle due squadre che ad un incontro regolare.
Tale partita andava semplicemente rimandata.
L' arbitro, l'unica persona autorizzata a prendere una decisione simile, ha visionato il prato tre ore prima del fischio di inizio, sentenziando che le condizioni del terreno di gioco erano tali da permettere il regolare svolgimento dell'incontro fra Lecce e Juve. Bisogna tenere in conto, però, che la pioggia ha ricominciato a cadere, terribilmente copiosa, quando erano le 14:30 circa e, in meno di un'ora, ha mutato sensibilmente le condizioni del campo rispetto a quelle che De Santis aveva giudicato buone.
La partita è incominciata comunque ed è stata portata a termine, fra mille difficoltà, dai ventidue atleti scesi in campo.
Forse la Società giallorossa non poteva permettersi di rimborsare il biglietto di ingresso a quanti, in migliaia, erano giunti a Lecce per vedere la Juve e, forse, sono troppo importanti le amichevoli internazionali che si giocheranno a metà settimana (e vedranno fra i protagonisti molti dei calciatori bianconeri) per accettare l'idea di rimandare, anche solo di un giorno l'incontro.
I giallorossi ce l'hanno messa tutta per tenere testa alla capolista ma, alla fine, ha prevalso l'esperienza e l'agonismo dei giocatori in maglia bianconera.
Del Piero ha trovato la zampata vincente nei primi quindici minuti della partita ed è stato più facile per la formazione di Capello, notoriamente molto attento alla fase difensiva, mantenere il vantaggio fino alla fine. Si aggiunga che Zeman ha dovuto schierare una formazione da "bagnato" del tutto inedita, con Cassetti a centro campo e quattro difensori fra cui i "nuovi" Abbruzzese e Silvestri e che gli unici cambi li ha effettuati a 4 minuti dalla fine portando solo una maggiore ma vana aggressività al gioco offensivo dei suoi.
Il Lecce non ha nulla da recriminare per quanto riguarda il proprio gioco tanto più che, se si analizzano le statistiche della gara, si vede bene come ci sia stato un equilibrio assoluto fra le due squadre, sia che si guardi al possesso palla che alle conclusioni in porta.
Alcuni giocatori bianconeri, però, sembravano nati per giocare nel fango. Ibrahimovic ha fatto impazzire Diamoutene che, prima di riuscire a prendergli le misure, ha concesso al campione svedese lo spunto decisivo che ha portato alla rete della Juve; Camoranesi è stato fino all'ultimo istante di gioco una vera e propria forza della natura che ha causato continui problemi alla difesa leccese. I giallorossi hanno provato a fare del loro meglio ma su quel prato inzuppato ed insidioso il gioco di Zeman, fatto di veloci e profondi fraseggi sempre con il pallone a terra, ha avuto scarsa efficacia.
Per quanto riguarda il signor De Santis, dodicesimo uomo schierato a Lecce dalla vecchia Signora, c'è da sottolineare il suo atteggiamento del tutto pro Juve. Non ci riferiamo tanto al dubbio calcio di rigore negato a Cassetti quanto ad una lunga serie di fischi che hanno bloccato, se ce ne fosse stato bisogno, molti degli attacchi pericolosi dei salentini. Come esempio, per descrivere lo strano atteggiamento dell'arbitro, vogliamo citare il fischio che ha chiuso il primo tempo neutralizzando, con una serie di lunghi stratagemmi, un pericoloso calcio di punizione che Ledesma si apprestava a calciare. Non serve certo l'arbitro ad affermare la superiorità di una squadra come la Juve ma sarebbe più bello se non ci fossero questi episodi e se i bianconeri avessero la possibilità di dimostrare solo con il gioco le proprie capacità.
Non è in discussione la vittoria dei bianconeri sul Lecce, sia chiaro. Una partita così si vince con un episodio; non si è vista, comunque, in campo Domenica una schiacciante superiorità da parte della squadra di Capello nei confronti del Lecce.
La beffa vera e propria, per il Lecce e per Zeman è arrivata nelle ore e nei giorni che hanno seguito la partita, come se tutto il mondo del Calcio italiano, giornalisti in testa, anzi come al solito in coda ai potenti, stesse aspettando al varco l'ottimo allenatore boemo per gettargli addosso quanto più fango possibile.
Partiamo dall'invito fatto a Zeman e Rico Semeraro dalla Domenica Sportiva; finalmente il Lecce rappresentato in una trasmissione sportiva importante ma, dopo i primi doverosi complimenti alla Società e al tecnico sono arrivate le prime trappole rappresentate da Simoni, che non è certo un fan o un seguace di Zeman e, soprattutto, dal procuratore italiano di Nedved che è entrato nel merito della questione tutta ceca Nedved-Nazionale.
Ad un vero capolavoro di giornalismo spazzatura abbiamo poi assistito Lunedì guardando la pessima trasmissione messa in onda da LA7, a cura di Aldo Biscardi.
Il suo Processo è partito dalla condanna dell'imputato, che, nell'occasione, era Zeman, per poi sviluppare un dibattito nel
quale, con pochissime eccezioni, c'era solo la pubblica accusa...
Speriamo solo che, in questa fase anti-Zeman del Sistema Calcio, i ragazzi del Lecce trovino la forza per continuare la loro marcia verso la salvezza tornando ad esprimere le proprie capacità e a mostrare all'Italia tutta quel calcio spumeggiante e fatto di reti e vittorie che finora ha portato il Lecce ad assumere un ruolo importante fra le grandi del campionato di Serie A.
Autore: Danilo Di Falco