Quando Zeman ha parlato della partita di domenica affermando che la sua squadra ha giocato come una squadraccia provinciale, ha detto una verità incontestabile...
Quando Zeman ha parlato della partita di domenica affermando che la sua squadra ha giocato come una squadraccia provinciale, ha detto una verità incontestabile e non potrebbe essere diversamente dal momento che non stava parlando del Real Madrid o del Milan. Provinciale va bene, squadraccia si ma, quando si vince e si portano a casa i tre punti, ci sta anche bene che il Lecce si comporti da provinciale qual è.
Nessuno poteva pensare di condurre un campionato di vertice con una squadra così giovane ed inesperta ma, a giudicare dalle facce dei tifosi viste sugli spalti domenica, c'è da pensare che molti si erano illusi di poter assistere ad una cavalcata verso il quarto posto dei giallorossi. Abbiamo addirittura sentito evocare, da qualche tifoso, lo spirito di Mazzia, antichissimo allenatore dei giallorossi, per inquadrare il tipo di partita vista contro l'Atalanta ma si deve considerare il fatto che tale partita doveva essere vinta a tutti i costi dal Lecce. Quando una partita è così importante, molto spesso lo spettacolo lascia il posto a quella paura che fa dimenticare schemi e propositi studiati a tavolino. La novità più clamorosa, nel Lecce schierato in campo domenica, è stata quella di Cassetti bloccato in difesa come un terzino vecchio stampo con Abbruzzese a difendere alla stessa maniera la fascia opposta.
Abbiamo anche visto Stovini ricoprire il ruolo del libero quando è stato necessario e Bojinov fare l'incontrista dopo aver portato in vantaggio i salentini con un'altro gioiello dei suoi.
Una vittoria "brutta" come quella contro l'Atalanta serve a tenere il Lecce a distanza di sicurezza dal baratro e consente ai giallorossi di rifiatare in tranquillità prima di affrontare la parte decisiva del campionato cercando di scrollarsi di dosso quella crisi, fisiologica nell'arco di una stagione così dura, che presto o tardi interesserà tutte le formazioni impegnate in questo lungo torneo.
Abbiamo imparato, fino a questo momento, ad amare il gioco spumeggiante espresso dai ragazzi guidati da Zeman e ci siamo chiesti se il destino di questo Lecce fosse quello di fare spettacolo ma di non riuscire sempre a portare a casa i punti meritati temendo, nelle ultime settimane, di dover assistere ad una picchiata verso il fondo della classifica della squadra salentina. Per fortuna siamo stati smentiti prontamente dalla vittoria di domenica e ora sappiamo che, se ci sarà da soffrire fino alla fine per riuscire nell'impresa di una nuova salvezza, lo si farà con qualche arma in più. Se l’arrivo della primavera aiuterà poi zemanlandia a ritrovarsi nello spettacolo e nelle vittorie saremo più tranquilli aspettando la fine del campionato per tirare le somme e guardare alla posizione finale della classifica raggiunta dal Lecce.
Un'ultima considerazione va fatta sugli infortuni occorsi a Babù e Pinardi nel corso dell'ultima partita; il Lecce dovrà rinunciare, con molta probabilità, ad entrambi nelle delicata trasferta a Brescia di domenica prossima. Per il brasiliano, che molto bene si stava comportando nelle ultime settimane, si teme un interessamento dei legamenti nella distorsione al ginocchio che lo ha colpito e si attendono con ansia gli esami clinici di oggi. Per Pinardi l'infortunio è meno grave ma il dolore accusato dal centrocampista lo costringerà al riposo. Se a queste assenze si aggiunge quella del bomber bulgaro, squalificato, si scopre che il Lecce anti Brescia si schiererà con un attacco totalmente nuovo rispetto a quello iniziale della partita contro gli orobici e, quasi sicuramente, si rivedrà in campo quel Konan che tante sorprese ci ha regalato nel finale della stagione passata.
Aspettiamo, allora, lo spettacolo e le numerose reti che il calcio di Zeman promette e spesso offre, consapevoli del fatto che i giallorossi, se necessario, sanno anche essere quasi prudenti e possono mantenere anche l’esiguo vantaggio di una rete quando ciò significa vittoria.
Autore: Danilo Di Falco