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Le ceramiche pugliesi dal XII al XX esposte a Faenza

Data: 20/12/2001 - Ora: 10:41
Categoria: Cultura

Venerdì 21 dicembre 2001 alle 20.30, viene inaugurata la mostra "Ceramiche pugliesi dal XVII al XX secolo" a Faenza. L’ esposizione temporanea comprende 80 pezzi selezionati dalla collezione di 355 opere del Museo Internazionale delle Ceramiche, ed è stata curata da Saverio Pansini, autore del volume dedicato alla mostra, dodicesimo della collana "Catalogo generale delle raccolte del M.I.C." Una esposizione temporanea di circa 80 pezzi selezionati dalle raccolte museali del MIC, rappresentativi della ceramica pugliese sia nelle sue espressioni più tipicamente popolari che in quelle più propriamente artistiche. E' la panoramica che il Museo internazionale delle Ceramiche in Faenza propone, con l'esposizione "Ceramiche pugliesi dal XVII al XX secolo" che viene inaugurata venerdì 21 dicembre 2001 alle ore 20.30 e sarà visitabile fino a domenica 3 marzo 2002.
In occasione dell'inaugurazione sarà presentato l'omonimo volume, frutto dell’appassionato lavoro di ricerca dello studioso Saverio Pansini che per diversi anni ha analizzato le raccolte del MIC.
Il corposo catalogo documenta con estremo rigore scientifico una collezione di ben 355 opere, di diversa tipologia (albarelli, acquasantiere, mattonelle, piatti, oggetti da farmacia, targhe devozionali, figure di presepe, lucerne, scaldini, ceramica d'uso quali boccali e fiaschi) e provenienza: dalle manifatture di Laterza e di Grottaglie e, in misura minore, da altri centri pugliesi. Si va da numerosi frammenti e qualche pezzo quasi intero di età medievale ad opere in stile "compendiario" del '600, alla ceramica "popolare" o "rustica" dell'800 fino a sculture contemporanee fra le quali spicca la "figura d’albero" dell’artista Pino Spagnulo, insignito quest’anno del primo "Premio Faenza alla carriera", ed al quale il MIC ha dedicato una personale ancora visitabile per qualche giorno (fino al 30 dicembre 2001).
Nella raccolta, spiccano soprattutto i "bianchi" dipinti " a compendiario", specie quelli laertini, di notevole qualità disegnativa; degna di segnalazione è la Fruttiera raffigurante il Mangiamaccheroni (che si rifà al Mangiafagioli, celebre quadro di Annibale Carracci, conservato alla Galleria Colonna a Roma, e la Coppa con leone fra alberi, entrambe di produzione di Laterza.
Gran parte dei pezzi provengono da donazioni (308), pochi, ma importanti, da acquisti e in misura assai minore, da legati e depositi.
Saverio Pansini ricostruisce abilmente nel catalogo i rapporti fra il museo faentino e il suo direttore di allora, Gaetano Ballardini, ed il ceramista Luigi Motolese di Grottaglie il quale, come testimonia la documentazione degli archivi del MIC, diffuse fin dagli anni ‘30 presso molte manifatture pugliesi il desiderio di essere adeguatamente rappresentate nel prestigioso istituto faentino. In quegli anni, dunque, il Museo si arricchì di numerose opere della manifattura di Cosimo Calò, oltre che della stessa Motolese, mentre i rapporti epistolari con collezionisti e studiosi di area pugliese si infittivano, per divenire poi particolarmente produttivi in occasione della ripresa post-bellica quando musei ed istituti d’arte di quella regione collaborarono a far rinascere il M.I.C. che era uscito dalle vicende belliche fortemente depauperato nelle collezioni e nelle strutture. Il lavoro di Pansini si inserisce nella collana dedicata al "Catalogo generale delle Raccolte del M.I.C." iniziata nel 1984 ed è realizzato anche in questa occasione grazie al contributo di Banca di Romagna, Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza e Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo.
Alla presentazione del volume, saranno presenti Jadranka Bentini, Soprintendente B.A.S. e presidente del Comitato Scientifico del M.I.C. e Gian Carlo Bojani, Direttore dei Musei Civici di Pesaro e Direttore del MIC fino allo scorso 30 settembre. Al termine, il Professor Pansini effettuerà una visita guidata alla mostra. L'iniziativa sarà ripetuta sabato 22 dicembre alle ore 10.00.
Per tutta la durata dell'esposizione, due importanti maioliche (una targa devozionale del 1684 ed una alzatina del sec. XVIII, entrambe prodotte a Laterza) saranno esposte, presso la sede centrale della Banca di Romagna, in Corso Garibaldi 1.

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