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Lavoro, un "bollino rosa" per chi non discrimina le donne

Data: 12/09/2007 - Ora: 10:16
Categoria: Economia

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_economia

Nel 2007, anno europeo della parità di genere, il lavoro delle donne continua a essere pagato meno di quello degli uomini. A parità di qualifica professionale e di ore lavorate un uomo percepisce una retribuzione superiore del 23% (valore medio). Una discriminazione di genere che non può più essere trascurata e a cui il Ministero del Lavoro e della Provvidenza sociale vuole porre fine grazie al "Bollino rosa". Secondo quanto affermato oggi dalla sottosegretaria al Ministero del Lavoro, Rosa Rinaldi, le aziende che che riusciranno a parificare le retribuzioni di uomini e donne e che adotteranno politiche non discriminatorie e di valorizzazione delle competenze femminili riceveranno una certificazione di qualità: appunto, il "Bollino rosa". Da oggi sul sito web ministeriale è apparso un avviso pubblico di manifestazione d'interesse per la partecipazione alla sperimentazione "Bollino rosa – Stesse opportunità nuove opportunità", che ha lo scopo di accompagnare le aziende nell'iter di superamento dei differenziali retributivi di genere e nello sviluppo di percorsi di stabilità occupazionale che coinvolgano in particolare le donne. Alla sperimentazione potranno aderire tutte le aziende pubbliche e private. Il progetto sarà suddiviso in cinque fasi: analisi e ricognizione delle tematiche; attuazione degli interventi e prima sperimentazione del sistema di certificazione in un numero selezionato di aziende; verifica del funzionamento degli strumenti di certificazione; comunicazione e diffusione dei risultati; attivazione di un sistema nazionale di certificazione. Nelle diverse fasi le aziende saranno affiancate da un panel di esperti incaricati dal ministero del Lavoro e della Provvidenza sociale. Il processo di certificazione sarà basato su una logica di eccellenza. L'obiettivo ultimo di questo progetto, inserito nell'anno europeo contro le discriminazioni, sarà quello di abbattere la differenza di retribuzione tra uomo e donna che può oscillare tra il 15% e il 40% (nel caso delle libere professioni, dei ruoli dirigenziali e di alta responsabilità). Tradotto in euro: a fine anno un uomo che lavora autonomamente riesce a portare a casa oltre 10mila euro in più rispetto a una donna che nello stesso anno ha svolto lo stesso lavoro.

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