Dopo l'approvazione della legge Bassanini e l'approvazione del decreto legislativo che decentrano agli enti locali tutte le funzioni degli uffici periferici del ministero del Lavoro tranne gli ispettorati, entra nel vivo anche la riforma del collocamento al lavoro. Il modello si fonda su tre punti: il collocamento attivo, che comprende dunque: orientamento, formazione e gestione dell'incontro domanda-offerta grazie ai centri per l'impiego e l'orientamento al lavoro da costituire in ogni Regione e con l'aiuto di sistemi informatici e banche dati; la regionalizzazione del sistema dei servizi per l'impiego e del dialogo col mercato; l'apertura ai privati, che per la prima volta possono gestire servizi per il collocamento con l'autorizzazione del ministero. (MN)

Alle Regioni vanno le funzioni di indirizzo, valutazione e controllo, alle Province la gestione dei servizi. Allo Stato resta il compito di vigilanza sul lavoro, sui flussi di entrata dei lavoratori non comunitari, il collegamento con l'Unione europea, la gestione del sistema informativo.
Tutto il sistema sara' collegato, a livello nazionale, tramite il Sistema informativo lavoro. Anche le agenzie private e per il lavoro interinale potranno utilizzare il sistema, ma a pagamento.
Le Regioni, inoltre, potranno sviluppare autonomamente parti del sistema, o collegarsi con altri come il registro delle imprese o il sistema informativo delle Camere di commercio.