Lacrime e rabbia nella cittadina salentina
A Latiano, è il giorno del lutto. Lutto cittadino. Il funerale della piccola Maria sarà celebrato nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore, una delle quarantadue parrocchie dell'arcidiocesi di Oria. Ci sarà il vescovo, monsignor Marcello Semeraro, accanto a don Antonio Carrozzo. La salma della bambina di due anni e sette mesi seviziata e uccisa a Città di Castello sei giorni prima della Pasqua, è chiusa in una bara bianca.
Nella casa alta un piano dei nonni materni, Olivio e Annunziata, il silenzio di fronte a quel feretro è irreale.
"Non riesco a capire... Perché?" ripete ogni tanto la madre di Tiziana Deserto, ma nessuno sa darle una risposta. Don Antonio scuote la testa: "La gente è triste". Erano cinquanta, forse qualcuno di più, quelli che ieri pomeriggio mezz'ora dopo le cinque hanno sbirciato dalle finestre, affacciati ai balconi o impietriti in strada, via Carlo del Croix, l'arrivo dall'Umbria del carro funebre. Silenzio, ancora. Come restano muti, gli occhi gonfi di pianto, Tiziana e Massimo Geusa.
Tutti, storditi quanto increduli, è come se attendessero soltanto che il rito cui non avrebbero mai voluto assistere, si compia: commovente e allo stesso tempo spietato. "Nessuno se lo aspettava. Sappiamo che cosa è accaduto, però non come possa essere accaduto" mormora una ragazza, Francesca. "Avrebbe potuto essere mia figlia" sussurra la signora Antonietta, rossa nel volto e per la vergogna. "Sì, vergogna per quanto odio c'è in giro. Ecco il perché di queste cose, cose che succedono, è meglio non parlarne... Io ho un nipotino che ha la stessa età di Maria: spengo la televisione, quando mandano in onda le immagini di questa storia. Credo di difendermi così, in qualche modo. Forse, cerco di nascondere anche la mia impotenza rispetto ad un mondo cattivo contro cui sai di essere impotente. Ma non so fare altro".
Dovete andare a meno di venti chilometri da Latiano per raccontare, insieme con il dolore, la rabbia: ad Erchie, il paese dei nonni paterni, dove Maria sarà sepolta. In via Grassi, quasi esplode il rancore di Ottavio Cazzotto. La sua non sembra una voce isolata: "Animali, sono. Quello che ha ammazzato la bambina e la moglie di Massimo che, poche ore dopo il delitto, si è fatta riprendere in tv per spiegare di non essere l'amante di dell'imprenditore... Ma come si fa?! Tua figlia è morta, e tu fai finta di non rendertene conto!".