Il Consiglio di Amministrazione, dopo una lunga riunione svoltasi presso il centro direzionale della "Salento", ha approvato ieri pomeriggio l'accordo per la vendita della Banca del Salento al Monte dei Paschi di Siena. Il Monte dei Paschi di Siena ha pagato per avere questa fetta di territorio bancario 1.600 miliardi di lire per l'acquisizione del pacchetto in mano al patto di sindacato, e 900 miliardi per le rimanenti azioni. Entro il 30 giugno 2000 dovranno essere nominati i nuovi organi: presidente e vicepresidente, Consiglio di Amministrazione con sei membri del Monte dei Paschi di Siena e cinque della "Salento". Presidente e vicepresidente saranno scelti fra i membri nominati dai soci della Salento, mentre il "Monte" dovrebbe indicare l'amministratore delegato.
Dunque "generosamente" il Monte dei Paschi di Siena verserà 1.600 miliardi agli azionisti di maggioranza: 600 miliardi in contanti e 1000 con un aumento di capitale Mps riservato ai soci del patto di sindacato della "Salento". E' certo che Giovanni Semeraro siederà nel Cda della banca senese e Lorenzo Gorgoni, attuale vicepresidente, siederà nel Cda della Banca Agricola Mantovana anch'essa federata con il Monte dei Paschi di Siena. Ma la cosa più importante è che la Banca del Salento non è scomparsa in seguito alla vendita, ma anzi opererà ancora nel territorio grazie al nuovo gruppo di Banca Telematica 121, che "assumerà via via i connotati di una banca finanziaria specializzata", così come si apprende dalle parole di Giovanni Semeraro, che si occuperà del "futuro" cioè e-commerce al fine di costituire un modello di business che valorizzi al massimo l'inserimento del Salento nel nuovo Millennio. (AC)