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La Regione Puglia modifica il ricettario: piu' medicine a pagamento

Data: 14/03/2002 - Ora: 09:20
Categoria: Politica

Nei prossimi giorni, fate attenzione ai farmaci che i medici vi prescrivono: in farmacia potreste essere costretti a pagare per intero ciò che prima non pagavate o pagavate solo in parte. Un centinaio di principi attivi non sono più prescrivibili sul ricettario unico regionale che è a carico del servizio sanitario regionale e che quindi vanno pagati. Non si sbaglia sui farmaci "salvavita", quelli di fascia A. Ma molti di quelli di fascia B, per i quali era possibile una compartecipazione del cittadino, non saranno più rimborsabili: potreste pagarli come se fossero di fascia C.

È quanto emerge da una delibera della giunta regionale approvata venerdì scorso e "scoperta" dai consiglieri di opposizione Gaetano Carrozzo (Ds), Emanuele Sannicandro ed Enzo Russo (Margherita), Alberto Tedesco (Socialisti autonomisti). «Siamo di fronte al più duro attacco di tutti i tempi in Puglia al carattere universalistico del servizio sanitario regionale», rileva Carrozzo. «Tra questi - aggiunge Sannicandro - ci sono molti antimicrobici, antinfiammatori non steroidei, tutta l'antibiotica iniettoria e molte patologie, anche croniche, potranno curarsi solo a pagamento come la psoriasi, il reflusso gastroesofageo e le allergie». E se Russo ricorda che «per molti cittadini o si paga o si ricorre al ricovero ospedaliero improprio che si dice di voler combattere», Tedesco ammonisce: «Se questo è il federalismo che si vuole introdurre, noi siamo fermamente contrari. Non siamo certo noi a negare l'esigenza di contenere in vari campi la spesa sanitaria, compresa la farmaceutica, ma c'è un limite a tutto». Per non superarlo non c'è molto da fare: per Carrozzo bisogna che si arrivi «al ritiro immediato dell'allegato C della delibera approvata dalla giunta». L'allegato "C" è l'elenco delle categorie terapeutiche non comprese tra le prestazioni farmaceutiche prescrivibili sul ricettario unico regionale con oneri a carico del servizio sanitario regionale. In pratica la lista dei principi attivi non rimborsabili e che quindi dovrebbero indurre i medici a prescrivere farmaci generici, quindi più economici ma della stessa efficacia dei parenti nobili commerciali. Non saranno contente nemmeno le case farmaceutiche, ma dall'Assessorato alla Sanità della Regione Puglia, fanno notare che la scelta del "delisting", il passaggio di molti principi attivi dalla fascia B a quella C, era l'unica alternativa ai ticket per fronteggiare l'iperbolica ascesa della spesa farmaceutica pugliese. Le analisi previsionali per il 2002 che hanno fatto all'Ares, l'agenzia regionale sanitaria, fanno tremare i polsi: 981 milioni di euro (1900 miliardi di lire), oltre trecento milioni di euro in più del fondo disponibile per la spesa farmaceutica pugliese che deve essere del 13 per cento dell'intero fondo sanitario regionale. «Si è ritenuto - si legge nella delibera - di non introdurre i ticket ma di attivare altre specifiche manovre». Quella del delisting, in effetti, è solo una delle tante individuate dalla giunta pugliese. A parte quelle che interessano le aziende sanitarie, si dispone, ad esempio, di «limitare a tre il numero di confezioni prescrivibili per singola ricetta, non potendo comunque la prescrizione superare i trenta giorni di terapia». E quand'anche le prescrizioni dovessero risultare eccedenti questo periodo, il farmacista è obbligato a consegnare confezioni per un mese soltanto. Le aziende sanitarie, poi, devono provvedere all'erogazione diretta dei farmaci necessari al completamento del primo ciclo terapeutico dopo il ricovero. L'erogazione diretta è prevista anche per i pazienti in assistenza domiciliare, per l'ossigeno o di altri farmaci a costo elevato impiegati per patologie di particolare complessità clinica e gestionale, di ausili, presidi e prodotti dietetici, comprese le strisce per l'automonitoraggio glicemico per i pazienti in terapia insulinica, intensiva, convenzionale, orale o solo dietetica

Autore: Alessia Bambi

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