Trecentouno deputati "salvano" Marcello Dell'Utri dall'arresto chiesto per lui dalla procura di Palermo. In 279, invece, avrebbero voluto vederlo in carcere. 9 gli astenuti. E' stato un voto trasversale ad "assolvere" Dell'Utri. Sulla carta, infatti, i no all'arresto potevano contare su 245 presenti (An, Fi, Ccd, Udr, diniani, cossighiani). Alla fine, i voti sono stati 56 in più. Mentre i sì ne contavano 266. E sono stati nel voto 13 in più. (MN)

Decisivo è stato dunque il voto dei 54 popolari, lasciati liberi di decidere dal loro gruppo; del gruppo misto; e dei leghisti che dovessero aver accolto l'invito in extremis lanciato da Paolo Bampo.
"Questo voto - commenta Berlusconi - ci ha tolto dall'angoscia e tuttavia ci impone una riflessione, che dovremo presto trasformare in azione politica. Non è più oltre accettabile l'istituto dei pentiti così come è oggi, ci vuole una riforma profonda". Il leader del Polo fa sapere a D'Alema che il dialogo sulle riforme non potrà ripartire "se prima non si torna nella condizione di uno Stato di diritto". Secca la replica del diessino Pietro Folena: "Le riforme a cui noi pensiamo vanno esattamente nella direzione opposta a quella che auspica Berlusconi".