La Banca Popolare di Bari è sbarcata a Milano. La nuova sede è nella centralissima via Baracchini ad angolo con Piazza Diaz e a pochi passi dal Duomo. E ad un appuntamento così importante non sono mancati gli ospiti di riguardo tutti ricevuti dall'amministratore delegato, dott. Marco Jacobini: il vescovo ausiliare di Milano, Erminio De Scalzi, abate della Basilica di Sant'Ambrogio, il presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, il vicepresidente Giovanni Copertino, l'assessore alla programmazione e bilancio Rocco Palese, il sindaco di Bari, Simeone Di Cagno Abbrescia, il presidente della Fiera del Levante, dott. Luigi Lobuono, padre Giovanni Matera, priore della Basilica di San Nicola ed i componenti il consiglio di amministrazione della Banca.

A tenere, per così dire, a battesimo la nuova sede è stato proprio il priore della basilica di San Nicola. Nella mattinata, la Banca Popolare di Bari aveva organizzato, in Palazzo Turati, una conferenza tenuta dall'on. prof. Renato Brunetta, sulla nuova finanziaria e sull'andamento dell'economia mondiale.
"Salutiamo come un evento di grande rilevanza per la rinascita del Mezzogiorno l’insediamento della Banca Popolare di Bari a Milano", ha dichiarato il giornalista Franco Nocella, presidente della Feder Mediterraneo: "Mentre il Sud subisce l’ulteriore umiliazione dell’annientamento del Banco di Napoli ad opera dei nuovi proprietari piemontesi, conforta constatare che l’esperienza della Banca Popolare di Bari riesce a fornire segnali positivi di straordinaria vitalità. Quello del Gruppo Popolare di Bari è l’unico caso di concentrazione bancaria che ha giocato a favore del credito meridionale, tutti gli altri si sono rivelati strumenti di una colonizzazione bancaria del Mezzogiorno praticata in modo sfacciato e arrogante. La Feder Mediterraneo ha lanciato alle amministrazioni comunali del sud Italia un appello perché revochino i servizi di tesoreria al Banco di Napoli finito sotto il controllo del Sanpaolo IMI di Torino e li trasferiscano alle banche meridionali rimaste indipendenti: quelle private, quelle popolari e quelle di credito cooperativo. E’ necessario dare un segnale di fermezza e di riscossa per ricostruire un sistema creditizio meridionale autonomo".