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Data: 31/10/2006 - Ora: 10:42
Categoria:
Politica
Riceviamo e pubblichiamo l'atto deciso ieri durante la riunione della Margherita della Puglia sulle direttive da tenere in seno alla Regione Puglia
L'esecutivo regionale della Margherita, riunito a Bari in data 30 ottobre 2006, PRESO ATTO della necessità di contribuire a superare contrasti e diversità di vedute sul metodo di lavoro assunto dalla coalizione del centrosinistra, nel pur encomiabile sforzo di governo sin ora realizzato, che in molti casi ha evitato di considerare il contributo di idee e proposte dei partiti di maggioranza;
CONSIDERATO che il mancato e tempestivo intervento correttivo sul metodo di lavoro potrebbe inesorabilmente determinare clamorose inerzie ed inattività, tali da annebbiare anche i ripetuti giudizi positivi che fuori dalla Puglia si riversano in favore del governo regionale del centrosinistra;
TENUTO CONTO che il momento storico politico assegna alla coalizione del centrosinistra grandi speranze sul futuro della Puglia, anche in virtù dell'omogeneo quadro politico sussistente tra Regione e maggiori enti locali, con questi ultimi strategicamente interessati a politiche di inclusione, condivisione e considerazione, che in nessun caso sarebbe giustificato ignorare;
RIBADITA a tali fini l'importanza politico-amministrativa del processo costituente del PARTITO DEMOCRATICO PUGLIESE, che nella istituzione regionale si è materializzato con la costituita FEDERAZIONE DEI GRUPPI CONSILIARI DELL'ULIVO, sul quale incombono gli onori e gli oneri della proposta "riformista" per il governo della Regione, in uno con l'impegno a tenere sempre tesa l'ambizione alla stabilità;
Ciò detto,
conferisce al coordinatore regionale mandato a concordare immediatamente con il Presidente Nichi Vendola e con l'auspicabile preventiva condivisione dei Democratici di Sinistra, un metodo di lavoro rispettoso del ruolo e del contributo della costituita Federazione dell'Ulivo (al pari degli altri partiti di maggioranza), senza il quale – almeno per parte nostra – il disagio rischia di degenerare in conseguenti lacerazioni con effetti sull'azione di governo e sul rapporto di coalizione;
conferisce altresì mandato al coordinatore regionale affinché convochi la Direzione regionale per un'approfondita valutazione politica e per sottoporre alla sua approvazione i seguenti contenuti sul metodo di lavoro auspicato:
concorrere a preservare il Presidente Vendola da qualsiasi condizionamento sulle scelte effettuate nell'esercizio delle prerogative che la legge, il buon senso e i patti di inizio mandato gli assegnano, evitando – in particolare – che tale condizionamento sia esercitato da singole personalità, ovvero da "pezzi" di partiti politicamente non organizzati;
stabilire un puntuale dialogo preventivo tra il Presidente Vendola e le espressioni istituzionali della Federazione dell'Ulivo (al pari degli altri partiti di maggioranza), sulle più importanti iniziative di riforma e/o programmazione che la Puglia si attende, frustando tutte le proposte assunte in chiave emotiva e sulla base dell'iniziativa di singoli, soprattutto se non incentrate ad avvalorare una attenta politica "riformista";
assegnare per nostra parte alla Federazione dell'Ulivo, a mezzo delle sue espressioni istituzionali, il giudizio di congruità tra riforme, missioni e personalità da impegnare, badando a valorizzare il mondo delle competenze e professionalità pugliesi più giovani, delle quali è l'intero continente a giovarsene, anche per superare non discontinui ballottaggi tra soliti protagonisti di più e diverse stagioni politiche, così da porre anche la Puglia in linea con le esigenze di modernità;
impedire ogni ingerenza della politica sui gestori delle società partecipate, delle aziende, delle agenzie e degli enti o istituzioni strumentali, che si concretizzi al di fuori dei contesti istituzionali ed eccedente le competenze sui criteri generali "delle missioni", auspicabilmente concordate tra il governo regionale e – per parte nostra - le espressioni istituzionali della Federazione dell'Ulivo;
impegnarsi ad evitare inutili prove di forza nel rapporto con gli enti locali, preoccupandosi di ricercare un utile punto di sintesi, soprattutto qualora le scelte effettuate incidano su percorsi e processi di sviluppo che appartengono anche alla sfera di competenze delle province e dei comuni;
rimuovere le resistenze che ostacolano il tema "dell'affrancamento della Regione dai poteri di gestione", attraverso la predisposizione di un disegno di legge che accentui al massimo il trasferimento dei poteri agli enti locali, conservando in capo alla Regione i soli poteri di programmazione, indirizzo, controllo ed annullamento degli atti amministrativi formati in violazione di legge.
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