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Data: 26/07/2002 - Ora: 11:01
Categoria:
Politica
L’Ilva - è detto nella nota - ha chiesto alla magistratura tarantina l’ autorizzazione alla chiusura delle cokerie dello stabilimento siderurgico di Taranto "nei tempi necessari affinchè questa possa avvenire in regime di sicurezza per le persone e per gli impianti. Tale decisione comporterà a seguire la fermata di altri impianti e la conseguente riduzione della produzione complessiva dello stabilimento".
L’ incontro tra dirigenti del Gruppo Riva con sindacati locali e regionali di categoria, cominciato nel pomeriggio, è ancora in corso nella sede della direzione Ilva di Taranto. Ai sindacalisti l’ azienda ha annunciato anche una serie di interventi sul piano occupazionale: non farà ricorso alla mobilità, avvierà da subito, in modo progressivo, il blocco del turn-over e procederà a una "significativa riduzione dei contratti cosiddetti non stabili", ovvero di formazione-lavoro e a tempo determinato (sono circa 6.500 in tutto lo stabilimento, che conta oltre 12mila unità).
Nei mesi scorsi magistratura e Comune di Taranto chiesero all’ Ilva di adottare alcuni provvedimenti in difesa dell’ ambiente. In particolare, la procura tarantina ha chiesto un allungamento dei tempi di distillazione del carbon coke nelle batterie 3,4,5 e 6 delle cokerie (oggetto di inchiesta e finite per un certo tempo sotto sequestro). L’ Ilva sostiene che non può andare oltre le 24 ore; la Procura, sentiti alcuni tecnici, ha invece disposto che il tempo sia fissato in 27 ore, dopo che inizialmente era stato indicato in 30 ore.
"L’azienda - spiega l’ Ilva - ha preso atto delle decisioni della magistratura, ma ritiene che tali procedure siano incompatibili con il soddisfacente funzionamento delle batterie, tale da fornire materiale di qualità idoneo alla produzione dei prodotti finiti, nè intende venir meno agli standard qualitativi che le hanno consentito il raggiungimento degli importanti risultati conseguiti sui mercati di tutto il mondo".
L’Ilva ritiene inoltre vanificato il Protocollo d’ intesa siglato il 22 maggio scorso con Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto sui tempi di risanamento delle cokerie.
Ma il giro di vite deciso dal Gruppo Riva si estende anche alla propria politica di investimenti. L’azienda - è detto nella nota - si vede indotta «a rivedere le linee strategiche di crescita del gruppo, fino ad ora centrate in gran parte sullo sabilimento di Taranto che è stato oggetto di interventi di miglioramento ambientale e sviluppo industriale per oltre un miliardo di euro negli ultimi cinque anni».
L’ azienda, infine, ha comunicato che annullerà il piano degli investimenti che "prevedeva un impegno finanziario, al netto degli interventi ecologici, di circa 500 milioni di euro per il triennio 2002-2005".
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