Gli esperti militari della Nato hanno ripreso in esame i piani di emergenza per un eventuale intervento di forze militari di terra nel Kosovo, con diverse possibilità operative per controllare la tregua d'armi nella provincia. A quanto si apprende da fonti alleate, i militari stanno lavorando sui piani che erano stati approntati ancora l'estate scorsa, quando la Nato si fece carico della possibilità di un intervento in Kosovo per scongiurarvi una catastrofe umanitaria, in considerazione delle decine di migliaia di albanesi kosovari terrorizzati che avevano cercato scampo sulle montagne. (FM)

Da fonti vicine ai lavori si sottolinea che "non esiste ancora un mandato per una pianificazione specifica" dell'eventuale intervento militare nel Kosovo, poiché è necessario ancora "definire il quadro politico".

Quest'ultimo dovrebbe uscire dalla conferenza che si apre sabato prossimo a Rambouillet.

In mancanza del quadro politico, i militari dell'Alleanza Atlantica hanno ricominciato a lavorare sulle possibili linee operative approntate in estate, che contemplano tre scenari possibili: un posizionamento preventivo nell'Albania settentrionale, un forte contingente militare se si tratta di imporre la tregua d'armi, ed un dispiegamento più limitato qualora si trattasse di verificare un accordo di pace. La prima variante richiederebbe una forza fra i settemila ed i ventimila uomini, mentre per la più pessimistica, la seconda, si è arrivati a parlare di una forza di centomila uomini.