Fino a tarda sera il Consiglio atlantico aspetta a far scattare l'"activation order" per un intervento in Serbia delle forze Nato. I messaggi di tregua che arrivano da Belgrado e la necessità di analizzare con attenzione gli ultimi sviluppi, spingono sempre più in là nella notte la decisione degli ambasciatori dell'Alleanza. (MN)
Gli ordini all'esame del Consiglio sono due: uno prevede dei veri e propri "blitz", attacchi su obiettivi militari con missili da crociera lanciati da aerei americani con altri aerei delle forze alleate in compiti di sostegno; l'altro, destinato a una fase successiva, dà il via libera a un'azione di bombardamenti di intensità mano a mano crescente.
Se dovessero venire approvati - come ancora ieri sera appariva molto probabile - tutti i poteri sulle forze in campo verrebbero trasferiti al Comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale statunitense Westley Clark: da questo momento in avanti sarebbe lui a decidere se e quando lanciare un attacco armato contro Belgrado. Un attacco che comunque potrebbe anche non arrivare. In caso di un accordo dell'ultima ora con il presidente serbo Slobodan Milosevic lo stesso Consiglio atlantico potrebbe ordinare il "dietrofront", decidendo di annullare un'eventuale decisione presa in nottata e propedeutica ai bombardamenti.