Mentre cominciano le esercitazioni aeree della Nato nei cieli dell'Albania e della Macedonia, i combattimenti nel Kosovo si inaspriscono. All'alba di ieri le forze serbe hanno lanciato una nuova offensiva contro i villaggi albanesi della zona di Djakovica vicino al confine albanese. Secondo il centro informazioni del Kosovo più di 500 proiettili di artiglieria e quindici razzi Katiusha sono stati lanciati contro le abitazioni degli albanesi. Una ventina di case sono state distrutte nei bombardamenti. Il primo bilancio è di almeno cinque morti. Quaranta blindati e 15 carri armati sono stati mandati sul posto come rinforzi alle unità speciali della polizia e dell'esercito jugoslavo che da settimane assediano questa zona. (MN) Anche le fonti serbe hanno confermato la ripresa degli scontri, sostenendo però che le operazioni intorno a Djakovica e Decani sono in realtà un'azione di rastrellamento delle forze di sicurezza dopo l'uccisione di due poliziotti da parte dei "terroristi" albanesi. Il primo è stato ucciso a Djakovica, mentre l'altro è morto in seguito ad un agguato a Pristina. Altri due agenti sono in condizioni gravi. Sono stati feriti anche due militari dell'esercito federale jugoslavo al seguito di un convoglio di rifornimenti di viveri che stava dirigendosi verso la zona che confina con l'Albania. Ma i bombardamenti sono ripresi anche nella regione di Drenica, a Nord-Ovest di Pristina. Le truppe di Belgrado hanno nuovamente attaccato il villaggio di Lausha, una delle roccaforti dell'esercito di liberazione del Kosovo. A quanto riferisce un giornalista albanese un violento scambio di fuoco sarebbe avvenuto a soli 25 chilometri dal capoluogo kosovaro. Tre albanesi sono stati uccisi.
L'aggravarsi dei combattimenti, di cui le due parti si accusano a vicenda, alla vigilia delle manovre aeree della Nato, potrebbe avere conseguenze sulle future decisioni delle forze alleate. Nel quadro dei preparativi una quarantina di velivoli provenienti da tredici Paesi membri dell'alleanza sono atterrati ieri nella base di Aviano, che sarà al centro dell'esercitazione "Falco determinato" insieme a tutte le basi Nato italiane. L'operazione di monito al presidente jugoslavo Milosevic si svolge in concomitanza con il suo arrivo a Mosca dove in giornata dovrebbe incontrare il presidente russo Eltsin. "Milosevic deve capire che esiste l'unanimità per quanto riguarda il Kosovo. Sono sicuro che il presidente Eltsin gli farà capire che è nel suo interesse cessare le azioni militari nella regione e cercare una soluzione pacifica, altrimenti dovrà affrontare serie conseguenze" ha dichiarato il ministro della Difesa americano William Cohen. Anche il segretario generale della Nato ha confermato l'intenzione della comunità internazionale ad usare la forza per bloccare il conflitto che rischia di incendiare ancora una volta i Balcani. "La Nato non se ne starà a braccia conserte. Noi non consentiremo che si ripeta la situazione del 1991 in Bosnia.
Non escludiamo nessuna opzione" ha detto Javier Solana a Varsavia.
A quella che viene già definita la più importante esercitazione aerea della Nato in questa zona partecipano i caccia americani F-15, F-16, F-18 e F-111, i Jaguar francesi e britannici, gli F-16 belgi e turchi, jet italiani, tedeschi, spagnoli, olandesi, danesi, norvegesi e dell'Islanda. Dalla portaerei statunitense "Usswasp", che si trova in Basso Adriatico, decolleranno gli elicotteri e quattro AV-8, la versione americana degli Hurrier britannici, i velivoli a decollo verticale. Iniziata alle prime luci dell'alba l'operazione dovrebbe terminare nel primo pomeriggio.