Ripresi i combattimenti questa mattina in Kosovo. Frequenti colpi di armi pesanti sono stati uditi stamane nel nella regione di Stimlje, nella parte meridionale del Kosovo, dove vi erano stati scontri nei giorni scorsi tra guerriglieri dell'Uck e le forze armate serbe. Fonti di Belgrado hanno comunicato oggi che un serbo di 42 anni è stato ucciso ieri sera in Kosovo da un gruppo di separatisti dell'Uck mentre si trovava in auto insieme al figlio. Per tentare di stemperare il clima infuocato, il giudice istruttore serbo Danica Marinkovic ha dichiarato che quanto prima verrà effettuata un'autopsia sulle vittime di etnia albanese della strage di venerdì scorso. Intanto, sul fronte della diplomazia internazionale, va segnalato un intervento del comandante supremo delle forze della Nato in Europa, il generale americano Welsley Clark, il quale ha rinnovato stamani un duro monito al presidente jugoslavo Slobodan Milosevic ricordandogli che le "forze alleate sono pronte a colpire" in seguito all'ulteriore aggravamento della crisi del Kosovo. (MN)

"Milosevic non deve farsi alcuna illusione sull'incontro di oggi e sulla determinazione militare della Nato", ha detto Clark. Il generale americano, accompagnato dal presidente del comitato militare della Nato, il generale tedesco Klaus Naumann, sta per partire alla volta di Belgrado dove avrà un incontro oggi con il leader serbo.
Alexander Vershbow, ambasciatore degli Stati Uniti presso l'Alleanza atlantica, ha poi specificato che la Nato è pronta a bombardare la Serbia nel giro di pochissimo tempo se il presidente Slobodan Milosevic non porrà immediata fine alle repressioni in Kosovo. E proprio per fronteggiare la crisi il gruppo di contatto (Usa, Germania, Regno Unito, Francia, Russia e Italia) si riunirà domani a Bruxelles per esaminare gli ultimi sviluppi della situazione. Intanto il capo della missione di verifica dell'Osce nel Kosovo (KVM), l'americano William Walker, espulso ieri dalla Jugoslavia per decisione delle autorità di Belgrado, ha comunicato oggi che non ha intenzione di lasciare il paese in tempi brevi.