Il maggiore negoziatore americano per i Balcani, Richard Holbrooke, ha spiegato oggi ai serbi che la presenza di truppe della Nato in Kosovo è necessaria per assicurare la pace a tutti gli abitanti della provincia, serbi ed albanesi. Prima di andare all'incontro con il presidente jugoslavo, Slobodan Milosevic, Holbrooke, attraverso gli schermi della televisione ufficiosa 'Studio B' ha sostenuto che le truppe straniere non verranno inviate in Kosovo per occuparlo né per parteggiare per serbi o albanesi. Holbrooke ha aggiunto che ''le forze internazionali sono necessarie in Kosovo per garantire la pace insieme ai verificatori dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa) che sono partiti dalla provincia due giorni fa, ma che rientreranno''. (FM)

Holbrooke ha assicurato che gli Stati Uniti e gli altri paesi del Gruppo di contatto (Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Russia) non sono a favore di mutamenti di confini con la forza ''così come questo non è stato permesso in Bosnia, nè siamo a favore della creazione di una Grande Albania a spese della Serbia e della Macedonia''.

''Le forze internazionali entreranno in Kosovo solo su invito del governo jugoslavo'', che comunque ha finora sempre respinto tale ipotesi. Intanto i comunisti italiani si dicono contrari a un possibile intervento. Severino Galante, responsabile esteri del partito di Cossutta, ha affermato 'Non so se ci sarà o o meno la crisi di governo ma i comunisti italiani sono convinti che il governo debba rifiutarsi di partecipare direttamente o indirettamente, con l'utilizzo delle basi Nato in Italia a un intervento armato''. E le città costiere italiane si preparano all'emergenza profughi.