Interverrà sulla relazione il professor Virginio Marzocchi, professore di Filosofia Politica (La Sapienza – Roma
Questa mattina, alle ore 10.00, presso l’aula Ferrari di palazzo Codacci Piasanelli (viale dell’Università – Lecce) la prolusione del corso di dottorato di ricerca in "Etica ed antropologia. Storia e fondazione" del professor Karl-Otto Apel sul tema
Il concetto di verità e la realtà della cultura umana.
Sul rapporto tra scienze della cultura e ragion pratica
Interverrà sulla relazione il professor Virginio Marzocchi, professore di Filosofia Politica (La Sapienza – Roma).
L’evento è organizzato dal dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali diretto dal professor Mario Signore (anche coordinatore del dottorato in "Etica ed antropologia. Storia e fondazione").
Il professor Apel, noto in tutto il mondo, è nato a Düsseldorf nel 1922. Si è laureato nel 1950 a Bonn ed ha conseguito il dottorato in filosofia all'Università di Mainz nel 1960. Come professore ordinario insegna nelle Università di Kiel (1962-69), Saarbrücken (1969-72) e presso la Goethe-Universität di Francoforte (1972-90), di cui, attualmente, è professore emerito. Ha tenuto lezioni al Collège International de Philosophie di Parigi, di cui è membro titolare dal 1972, al Centro de Investigationes Eticas di Buenos Aires, negli Stati Uniti (Center for the Humanities, Wesleyan University; Purdue University, West Lafayette; New School for Social Research, New York; Yale University, New York) e in Italia (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli; Università di Roma). Ha ricevuto il Premio Internazionale Galileo Galilei del Rotary Club Italiano (1988) e il Premio Internazionale di Filosofia Federico Nietzsche (1989).
Dal punto di vista del pensiero di Karl-Otto Apel, è bene ricordare che al centro della riflessione di Apel c'è la "trasformazione semiotica del kantismo": l'a priori kantiano, quale orizzonte trascendentale di senso e luogo di costituzione dell'esperienza, non va inteso come struttura della mente, ma come linguaggio. Questo, però, non si esaurisce nelle varie lingue storiche, ma può funzionare perché sottende un a priori che è la comunità dialogica dei soggetti parlanti. Esso si mostra nel fatto che nessuno può usare un linguaggio e fare esperienza senza sottostare alle regole sociali della comunicazione. La proposta di Apel, però, assume una precisa connotazione etica: poiché la comunicazione è spesso impedita da fatti psicologici, ideologici e sociali, si tratta di ampliarla il più possibile con strumenti politici, con la critica dell'ideologia sviluppata dalla Scuola di Francoforte e da Habermas o con la psicoanalisi.