L'Italia è leader in Europa per quel che riguarda la percentuale di personale delle aziende informatiche con buone conoscenze tecniche e capacità d'uso del linguaggio informatico: è il giudizio delle società europee di settore, raccolto nell'ambito di un'indagine commissionata da Nortel Networks, per scoprire quali modelli le aziende devono perseguire per affrontare il mercato futuro.

Tuttavia, la positiva valutazione sulle preparazione dei dipendenti italiani nel settore informatico e' mitigata da un'altra considerazione meno ottimostica: se infatti la percentuale di personale italiano tecnicamente preparato e' dell'84% contro una media europea del 68%, l'Italia e' anche considerato il paese meno 'in forma' per ottenere successo nell'ambiente competitivo del prossimo millennio. Lo 'stivale', pero' si troverebbre nella situazione di poter trarre vantaggio dal cambiamento che si sta verificando nell'industria europea che, da tradizionalmente manifatturiera, si sta trasformando in industria basata sui servizi e focalizzata sull' 'information technology'. Per le aziende europee intervistate, leader di diversi settori di mercato, gli elementi fondamentali per raggiungere uno stato di 'ottima forma' sono: pragmatismo e flessibilita' nei confronti della struttura organizzativa, cioe' personale e tecnologia. Sono stati individuati tre tipi di forma aziendale: azienda in ottima forma, in apparente forma e fuori forma. In base a questo 'impianto', secondo la ricerca, le aziende italiane tendono sempre piu' ad una condizione di 'fuori forma'. Tra i fattori che ne ostacolano una 'buona forma' al primo posto ci sono gli ostacoli culturali (60%), poi quelli finanziari (55%). Ma l'Italia sembra pronta al cambiamento: l'81% degli intervistati italiani ritiene che il personale debba essere piu' flessibile e quasi la meta' (46%) che ci si stia muovendo verso aziende strutturate in modo meno gerarchico. Nonostante il 'gap' iniziale, comunque, l'Italia rispecchia l'andamento tecnologico dell'Europa e si avvicina alla media europea (62%) quella dei clienti italiani che stanno accettando il commercio elettronico. Tuttavia, conclude la ricerca, deve ancora migliorare molto in termini di integrazione della tecnologia informatica nella struttura commerciale.