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In Basilicata il sito per le scorie nucleari

Data: 14/11/2003 - Ora: 09:27
Categoria: Cronaca

A Scanzano Jonico individuato il sito ma sarà battaglia

Un paese che vive tanto di agricoltura quanto di turismo. Scanzano Jonico, provincia di Matera, una cittadina di poco più di seimila abitanti che si affaccia sul mare. E' lì che sorgerà il sito nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari. Il via libera, a sorpresa, è arrivato ieri mattina dal Consiglio dei ministri innescando, immediatamente, una raffica di polemiche. Nel sito dovrebbero essere raccolte le scorie di seconda e terza categoria, ossia di media (20mila anni) e alta (150mila anni) durata. Si tratta in tutto di una quantità di circa 80mila metri cubi, più o meno l'estensione di un campo di calcio alto però oltre 20 metri. La località è stata individuata in base a un'analisi fornita dal servizio geologico nazionale per le sue caratteristiche di stabilità, molto simili a quelle identificate negli Stati Uniti per lo stesso scopo. In base alle indicazioni fornite dal decreto, il "cimitero" delle scorie sarà situato a una profondità di 800 metri in una grande 'lente' di salgemma, racchiusa in mezzo a due grossi letti di argilla spessi alcuni centinaia di metri. L'opera, che sarà completata in 7-8 anni, si avvarrà di fondi pari a mille miliardi di vecchie lire derivanti dal budget stabilito in ogni bolletta elettrica come stabilito quando furono dismesse le centrali nucleari italiane. La gestione sarà affidata al generale Carlo Jean in qualità di Commissario del governo. Ma l'individuazione del sito ha scatenato una vera e propria levata di scudi da parte delle autorità e dei parlamentari lucani oltre che di Verdi e associazioni ambientaliste. "Non ci metteranno i piedi in faccia" ha tuonato il sindaco di Scanzano, Mario Altieri, mentre deputati e senatori dell'Ulivo eletti in Basilicata hanno parlato di "notizia grave e sconcertante", di decisione presa "nella maniera più ignobile e senza alcuna forma di confronto con il territorio". Critiche pesanti arrivano anche dal leader dei Verdi. "Altro che federalismo - dice Pecoraro Scanio - questo è centralismo nucleare. La Basilicata e le comunità sono state esautorate da ogni ruolo, spettatori di una scelta scandalosa". La città di Scanzano Jonico sorge a pochi chilometri di distanza da da Nova Siri dove ha sede l'impianto Itrec, che per alcuni anni è stato utilizzato per il riprocessamento di combustibile nucleare, nel campo del ciclo uranio-torio. Il cambio della politica energitica nazionale, sancito dal referendum del '91, ha portato a una riconversione della struttura. Ma in una delle piscine di stoccaggio sono tuttora conservati 64 elementi di combustibile irraggiato provenienti dal reattore nucleare di Elk River, mai trattati. Quello dell'individuazione di uno o più siti di raccolta delle scorie nucleari era un problema che si trascinava da tempo. In lizza per ospitare il deposito c'erano 200 siti, ridotti a 6-7 nell'ultimo periodo. Lo conferma il generale Carlo Jean: "La scelta di questa area della Basilicata è giunta al termine di una lunga serie di studi, cominciati fin dal 1962, alla ricerca dei siti adatti. Sono state considerate tutte le ipotesi possibili, anche quella formulata dall'Enea, che però era buona solo per le scorie di seconda categoria, ma non per quelle di terza. All' individuazione del sito ha partecipato, con ulteriori studi, anche l'istituto geologico italiano".

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