La legge sulla cittadinanza va riformata. Dieci anni di residenza per diventare italiano a tutti gli effetti sono troppi e soprattutto la norma (anche se datata solo 1992) contiene concetti "discriminatori in particolar modo nei confronti dei minori" che possono diventare nostri cittadini solo se vivono ininterrottamente 18 anni nel nostro paese. Una nuova legge sulla cittadinanza e' la proposta lanciata dal ministro per la solidarietà sociale Livia Turco in un Turco pensa all'immediato diritto di chiamarsi italiani per i bambini di genitori stranieri, anche se non residenti. E soprattutto propone di abbreviare i tempi della naturalizzazione dagli attuali 10 a 5-8. (FM)

Quello che, secondo il ministro è comunque indispensabile è che "il governo italiano si adoperi nelle sedi europee affinche' si avvii un processo che porti alla definizione di un indirizzo comune sia sulle politiche dell'immigrazione (e non solo sul contrasto all'immigrazione clandestina) che su quello relativo alla cittadinanza". "La legge parte da presupposti smentiti dai fatti negli ultimi anni - aggiunge il ministro -.
Cioé che l'immigrazione sia un fatto transitorio, invece bisogna capire che l'Italia è diventato un paese di immigrazione ed è quindi assurda la loro esclusione".

Per Claudio Martelli, membro della consulta integrazione, costituita presso il ministero degli Affari sociali "diventare italiano non è difficile, è impossibile". E cita alcuni dati Ocse: gli stranieri che hanno acquisito cittadinanza italiana sono stati 6500 nel '93, 6600 nel '94, 7400 nel '95, 7000 nel '96. E dopo 10 anni di attesa - afferma Martelli - e quasi due di procedura, il 40 per cento delle domande viene respinto.